La Porta di Milano dell’Aeroporto di Malpensa ospita, fino ad aprile, “Panorama” di Giovanni Frangi, una mostra che trasforma il cielo in un palcoscenico. Inserita nel ciclo espositivo “Orizzonte degli Eventi”, ideato da Matteo Pacini e promosso da SEA-Aeroporti di Milano e Comune di Milano, la mostra prosegue il dialogo tra arte e spazio aeroportuale, offrendo ai viaggiatori un’esperienza visiva intensa.
Il cielo, con la sua mutevolezza e vastità, diventa il protagonista di una serie di opere realizzate nel tempo, accomunate da un’unità stilistica che esplora il rapporto tra luce, tempo e percezione.
Tra queste, spicca una grande tela realizzata nel 2025, posta in fondo alla sala, mentre le altre opere, pur essendo state dipinte in periodi differenti, mantengono un dialogo coerente tra loro. “Con Matteo Pacini abbiamo cominciato a lavorare insieme per questa esposizione, ed è stato un ottimo compagno di avventura”, spiega l’artista.
Seguendo una tradizione artistica in cui la natura diventa chiave per decifrare il mondo, Giovanni Frangi trasforma il cielo in una dimensione capace di superare il visibile. Attraverso pennellate rapide, intensità cromatica e una profonda attenzione alla luce, l’artista cattura l’essenza del cielo. Le nubi si alternano a squarci di luce, evocando stati d’animo universali e la tensione costante tra ombra e luminosità.
Oltre alle imponenti tele che dominano la mostra, Frangi ha voluto sperimentare nuovi linguaggi espressivi. “Mi hanno chiesto di pensare a un video ad hoc e inizialmente avevo immaginato qualcosa di diverso: un backstage del mio lavoro o un’intervista. Poi, però, mi è venuta l’idea di realizzare un’opera che sembrasse statica ma che, in realtà, si muove lentamente”. Nasce così “Soleil Levant”, un video di 120 secondi che cattura un’alba vista dalla sua casa di Milano, con l’aiuto di Anna Pendoli. Il video si propone come un inno alla lentezza, un invito a soffermarsi sull’istante presente in un mondo sempre più frenetico.
Matteo Pacini, curatore del ciclo espositivo “Orizzonte degli Eventi”, sottolinea l’unicità di questo spazio: ” Questa è la terza mostra del ciclo e si conclude con un ‘romanzo visivo’ che Giovanni Frangi vuole dedicare a Milano. SEA e gli artisti che partecipano a questi eventi mettono a disposizione un patrimonio preziosissimo per i viaggiatori, che spesso si trovano quasi inconsapevolmente immersi in un’esperienza artistica unica. Nell’attraversare la Porta di Milano, lo spettatore vive un’interruzione dell’automatismo del viaggio. Siamo tutti presi dai nostri pensieri, proiettati nel passato o nel futuro, ma raramente nel presente. Qui, invece, avviene una connessione con l’istante. Non poteva esserci artista migliore di Frangi per rappresentare questo legame con il presente. I suoi cieli ci aiutano a ritrovare il contatto con la natura e con il nostro tempo interiore.”
Un altro elemento cardine della mostra è “Gotthard Pass”, una serie di immagini dedicate al Passo del San Gottardo, luogo che Frangi ha attraversato spesso in passato. “Invece di fare il tunnel, utilizzavo il passo e in quel momento assistevo al disgelo dei ghiacci, un fenomeno magico. Ho scattato centinaia di fotografie che mi sono servite per realizzare questa sequenza di immagini, una riflessione sulla montagna e sulla sua capacità di parlare ancora all’uomo contemporaneo”. Le immagini, affiancate da testi scritti e caratterizzate da una monocromia interrotta solo da sporadici accenti cromatici, si sviluppano lungo i corridoi della Porta di Milano, offrendo ai viaggiatori un percorso visivo che introduce e conclude la mostra.
L’arte di Frangi si inserisce in una tradizione pittorica in cui la natura diventa una chiave di lettura della realtà. Dai cieli di Tiepolo e Veronese, alle tensioni cromatiche di Mark Rothko, fino all’influenza delle atmosfere montane di Giovanni Segantini, le sue opere dialogano con il passato e il presente, mantenendo sempre una cifra espressiva originale. “La natura si ciba di noi solo quando siamo bambini; e noi ci tuffiamo dentro di lei ignari. Senza saperlo, da grandi, un giorno a caso, ci accorgiamo che ne abbiamo fatto indigestione: infatti non la vediamo più. Lei ci abita, ci ha portato via. Ormai è la nostra irrealtà che ha rubato il mondo”, scrive Frangi, lasciando intendere il senso profondo della sua ricerca artistica.
Con “Panorama”, l’Aeroporto di Milano Malpensa non è solo un luogo di passaggio, ma si trasforma in un museo a cielo aperto, dove lo sguardo si perde tra le nuvole di Frangi e il tempo sembra sospendersi.