Il Mediterraneo che ti conquista, tra Burri e Consagra l’arte racconta Gibellina

0
satiro-danzante

Gibellina Capitale italiana dell’Arte Contemporanea 2026: l’arte diventa memoria e la memoria si fa arte.

Ci sono luoghi che non si visitano soltanto, ma si vivono. La Sicilia occidentale è uno di questi: un territorio dove il passato e il presente si intrecciano in un dialogo continuo tra arte, memoria e sapori. Durante la Borsa Internazionale del Turismo (BIT) di Milano, la magia di questa terra è stata raccontata attraverso un viaggio che ha toccato il cuore e il palato, con protagonista Gibellina, un simbolo di rinascita che oggi si svela come un museo a cielo aperto.

Gibellina-Stella-di-Pietro-Consagra

Pochi luoghi al mondo incarnano il concetto di rinascita come Gibellina. Dopo il devastante terremoto del 1968, il paese è stato ricostruito a 18 chilometri di distanza, trasformandosi in un’opera d’arte vivente grazie al contributo di artisti visionari come Mimmo Paladino e Pietro Consagra. La città è un laboratorio a cielo aperto di arte contemporanea, un luogo in cui ogni strada, ogni piazza, ogni scorcio racconta una storia di rinascita e bellezza.

Camminare tra le opere di Gibellina significa immergersi in un racconto fatto di forme e colori che dialogano con il paesaggio circostante. Tra le installazioni più iconiche spiccano la “Porta del Belice” di Pietro Consagra, il “Meeting” di Fausto Melotti e la spettacolare “Montagna di Sale” di Mimmo Paladino, una delle opere più evocative del territorio. Imperdibile è anche il Museo delle Trame Mediterranee, dove la cultura siciliana si intreccia con influenze di tutto il Mediterraneo, regalando un’esperienza unica e coinvolgente.

Ma forse l’opera più potente di tutte si trova lì dove un tempo sorgeva la vecchia Gibellina. Qui, tra le macerie sepolte dal tempo, l’artista Alberto Burri ha creato un’opera monumentale di land art: il Cretto di Burri. Un sudario di cemento bianco che ricopre le rovine dell’antico paese, tracciando le sue strade in un dedalo di silenzio e riflessione. Camminare tra le fenditure del Cretto è un’esperienza emozionante, un percorso che sembra sussurrare il dolore del passato e la forza della rinascita.

Burri 

Gibellina non è solo arte contemporanea, ma anche storia antica. Nei pressi della città si trova il Monte Finestrelle, una suggestiva area archeologica dove sono stati rinvenuti un abitato e un sepolcreto risalenti all’Età del Bronzo e del Ferro. Le tombe scavate nella roccia, con le loro piccole finestre che traforano il versante del monte, sembrano custodire segreti di epoche lontane, aggiungendo un ulteriore strato di fascino a questo territorio ricco di storia.

Se c’è un’opera che incarna la bellezza senza tempo della Sicilia, quella è il Satiro Danzante. Ritrovato nel 1998 nelle acque del Canale di Sicilia, questo capolavoro della scultura greca, oggi custodito a Mazara del Vallo, è una delle testimonianze più straordinarie del passato classico dell’isola. Con il suo movimento elegante e lo sguardo enigmatico, il Satiro sembra sospeso in una danza eterna, un simbolo dell’anima vibrante della Sicilia.

Ma la Sicilia occidentale non è solo arte e archeologia. È anche sapore, raccontato con passione dal maestro cuciniere Giuseppe Giuffrè: ogni piatto un racconto, con le tradizioni tramandate di generazione in generazione, il legame profondo tra la cucina e l’identità culturale siciliana. 

Il riconoscimento di Gibellina come Capitale italiana dell’Arte Contemporanea 2026 è la conferma di quanto questo territorio abbia ancora molto da raccontare al mondo, dove l’arte diventa memoria e la memoria si fa arte.