“Il Sistema”al Manzoni, la pièce che svela la commistione tra i poteri dello Stato

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Al Teatro Manzoni di Milano, ieri sera è andato in scena Edoardo Sylos Labini con l’ultima data de Il Sistema, il best seller di Alessandro Sallusti e Luca Palamara, nell’adattamento teatrale di Angelo Crespi.

Un’intensa interpretazione quella di Sylos Labini che nella pièce ha scoperchiato la tragedia della commistione tra i poteri dello Stato che inesorabilmente fa regredire, rende gli Stati ingovernabili, li espone alla corruzione  e al declino e rende impossibile la ripresa anche quella economica, un cancro che fa un danno al limite dell’irreparabile.

Il bel lavoro che abbiamo visto al Manzoni  risveglia le coscienze, fa capire quanto sia importante, almeno, essere consapevoli, ci suggerisce quello che dobbiamo in qualche maniera cercare di combattere. 

Nella narrazione di Crespi e Sylos Labini ci sono le immagini che scorrono e supportano monologhi e registrazioni di intercettazioni e si alternano in questa trama, mai parola fu più adatta, di processi, sentenze, nomine e correnti politiche all’interno dell’ANM. 

Dobbiamo assolutamente avere rispetto per un’opera che si eleva al livello di opera d’arte, proprio grazie all’impegno sociale, che permette allo spettatore di entrare dentro al sistema.  La capacità di trasmettere questo messaggio è al limite dell’emozionante quando Sylos Labini recita il monologo di Marco Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare, perché la sete di potere resiste ai tempi e perché i personaggi coinvolti, come lo stesso Luca Palamara, sono personaggi che non sono inconsapevoli e non sono estranei e come tali sono carnefici ma sono vittime essi stessi.

Edoardo Sylos Labini, che negli ultimi anni ha messo il suo impegno sociale nel movimento CulturaIdentita’, ha concluso la serata con un talk sul tema della giustizia, insieme al filosofo Stefano Zecchi e  al presidente dell’UNAVI Unione Nazionale Vittime Paola Radaelli.