“Ma l’amore no, l’amore mio non può disperdersi nel vento con le rose”… sulle note dell’indimenticabile brano del 1942, cantato dalla splendida Alida Valli (nel giorno del suo centenario) Edoardo Sylos Labini si racconta. Ospite del salotto pomeridiano di Rai Uno, condotto da Serena Bortone Oggi è un altro giorno.
Dal teatro, alle serie tv di successo, fino al suo più recente impegno editoriale: fondatore e direttore del mensile CulturaIdentità. Attore, regista, editore. Intellettuale che ama definirsi di impianto “futurista” impegnato da sempre nella promozione della cultura e dell’arte italiana. Una chiacchierata che ripercorre la sua lunga carriera ma anche i suoi affetti e la vita privata.
I nonni e le sue origini nobili; il matrimonio e la separazione con Luna Berlusconi; l’amore per la figlia Luce e gli anedotti di divertenti natali passati ad Arcore: “Provo da sempre una particolare stima e un profondo affetto nei confronti del Presidente e della famiglia”. “Con il mio nuovo spettacolo – racconta – tratto dal best seller Il Sistema scritto da Sallusti e Palamara, porto in scena anche la terribile campagna mediatica che ha travolto per 25 anni Berlusconi ”.
E poi, il racconto si sposta sulle tavole del palcoscenico: dai suoi inizi nella scuola di Garinei, al debutto con il maestro Giuseppe Patroni Griffi e l’indimenticabile Alida Valli in “Stasera si recita a soggetto”. Un commovente ricordo di un’antidiva ironica, elegante e carismatica che ha segnato la sua carriera regalandogli una grande lezione d’arte. Così come significativo è stato il suo incontro e l’amicizia con un’altra icona dell’arte italiana: l’étoile Carla Fracci. E come non dimenticare il celebre spot “Antò fa caldo” al fianco di Luisa Ranieri? “Con quello c’ho pagato l’affitto per un sacco di tempo” scherza e ricorda il suo passato di attore di fiction-tv di successo.
Ma soprattutto, tanto teatro con prestigiosi allestimenti nei panni di personaggi storici come Nerone, Giuseppe Mazzini e Gabriele D’Annunzio. E proprio al Vate rende omaggio, in chiusura dell’intervista, evocando i primi versi de “La Pioggia nel Pineto”: “D’Annunzio ha fatto della sua vita un’arte – conclude – poeta e guida che da sempre ispira il mio impegno civile come artista e intellettuale”.