L’adattamento del capolavoro del grande autore francese di Letizia Russo insieme alla regia di Luigi Saravo e alla bravura di Ugo Dighero e la sua banda dimostrano ancora una volta quanto l’estro italiano sia espressione di un talento fuoriclasse.
Nel cuore della Roma tardoromana, il teatro Quirino si trasforma in un tempio della ribellione barocca, dove l’estro di Molière incontra la vitalità del teatro italiano contemporaneo. L’Avaro viene rivisitato in una versione che non solo rispetta l’essenza del testo, ma lo eleva a un’esperienza moderna.
La scena si apre con una provocazione visiva e sonora: i due protagonisti, Valerio e Elisa, non sono più gli incarnati rigorosi del XVII secolo, ma ragazzi dalla sensualità esplicita, semi nudi e intriganti, pronti a sconvolgere le convenzioni. Freccia, il servitore di Cleante, sembra uscito direttamente da un videoclip trap, con il suo linguaggio giovanile e il suo modo di muoversi che sfida ogni pregiudizio. Eppure, dietro questa superficie moderna, gli intrighi, i movimenti e i piagnistei del protagonista avido e ossessionato dal denaro rimangono fedeli all’originale, mantenendo intatto il senso profondo dell’opera.
La regia di Luigi Saravo è un viaggio tra il classico e il contemporaneo, dove ogni scena è una danza tra tradizione e innovazione. Le fughe dei personaggi, i loro gesti e le loro parole sono accompagnati da una musica rock potente, curata da Paolo Silvestri, che dona all’opera una nuova vena di vitalità.
Due ore e quaranta compreso l’intervallo non incitano minimamente alla fuga anzi, quando ormai la mezzanotte sta per scoccare, sotto una pioggia di denaro, finto ovviamente, e al suono di una musica rock scelta da Paolo Silvestri, la platea si spella le mani.
Ugo Dighero, nel ruolo dell’avaro Arpagone, dimostra una volta di più la sua versatilità e la sua capacità di creare personaggi complessi e coinvolgenti. Arpagone è un mix di comicità e drammaticità, un avaro che, nonostante la sua avidità, riesce a suscitare compassione e comprensione.
L’Avaro di Letizia Russo e Luigi Saravo è una rivisitazione che reinventa il classico mantenendo intatto il suo spirito. Questo spettacolo è un invito a guardare al passato con occhi moderni, a scoprire che le stesse emozioni, le stesse paure e le stesse ambizioni dei personaggi di Molière sono ancora presenti nel nostro mondo, seppur trasformate dalla tecnologia e dalla cultura contemporanea.
Lo spettacolo è in cartellone fino a domenica 22 dicembre al teatro Quirino di Roma, prima di trasferirsi al teatro Gustavo Modena di Genova, dove rimarrà dal 27 dicembre al 6 gennaio.