Da Max Papeschi ad Alessandro Busci l’arte s’illumina d’immenso

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Max Papeschi - Billions and Billions and Billions - 2024 - 300x 150cm

Tra stradine dal fascino industriale e moderni edifici avveniristici il quartiere Isola di Milano contamina tradizione e avanguardia ed è qui che prende vita Quadruslight, uno spazio espositivo dedicato interamente alle opere d’arte retroilluminate, dove luce e tecnologia si fondono con l’arte per ridefinire il rapporto tra opera e spettatore.

Quadruslight nasce dal desiderio di esplorare nuovi confini nell’arte contemporanea,” ci raccontano Francesco De Bellis e Gianluigi Bertocchi, gli artefici di questa avventura: “vogliamo offrire una nuova grammatica visiva, capace di amplificare il coinvolgimento del pubblico e trasformare ogni opera in un’esperienza unica“.

Ogni lavoro esposto è pensato site-specific, progettato per interagire con l’ambiente e offrire un doppio livello di lettura, a luce spenta e a luce accesa. Le opere non si limitano a occupare lo spazio, ma lo trasformano, creando ambienti che dialogano direttamente con il visitatore.

La retroilluminazione è molto più che un effetto scenico,” spiegano i curatori della mostra Alisia Viola e Tommaso Venco, “è un linguaggio capace di reinterpretare l’arte e avvicinare il pubblico a una fruizione più intima e personale“.

Tra gli artisti presenti figurano nomi come Francesco Allegretti, Avvassena, Alessandro Baffigi, Luca Ballestra, Alessandro Busci, Sara Forte, Matteo Mandelli, Max Papeschi e Paolo Treni, ciascuno impegnato a esplorare le potenzialità della luce per trasformare il proprio linguaggio artistico. Le opere spaziano dalla pittura alla fotografia, dall’arte digitale alle installazioni, tracciando una linea comune: la capacità di evocare emozioni e suggestioni inedite.

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Quadruslight non si propone solo come galleria espositiva, ma come un laboratorio di ricerca artistica e tecnologica. Qui, la luce non è un accessorio, ma il fulcro di una riflessione che intreccia tradizione e innovazione, fisico e digitale. La tecnologia non è fine a sé stessa, ma si pone al servizio della creatività, arricchendo la fruizione artistica e aprendo nuove possibilità espressive.