Francesco Diluca: la combustione di un’opera. Post Fata Resurgo

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Foto Annalisa Gatti
Francesco Diluca. CRISALIDE – Seme2022. Video Alessandro Cavalli Montaggio e regia Damiano Cao. Video per Fondazione Giancarlo Sangregorio, presentazione di Angelo Crespi e Emanuele Beluffi

Francesco Diluca ha realizzato una performance nell’ampia radura della Fondazione Sangregorio, la sera di domenica 2 ottobre 2022, ultimo atto della rassegna Scultura e Cultura. La combustione di un’opera. Post Fata Resurgo, questo il titolo dell’esperienza performativa, come piace dire a me, è un atto artistico e oserei dire anche antropologico che richiama alla memoria il folklore che sopravvive in alcune zone del nostro Paese, quando in prossimità della primavera vengono bruciati dei fantocci come simbolo di una nuova (ed eterna) rinascita.

E’ il fuoco purificatore di Eraclito come principio unificatore della realtà e che ritroviamo declinato nell’esperienza collettiva (nel senso di situazione condivisa) della performance di Diluca: Post fata resurgo, cioè Dopo la morte mi rialzo. E non è, mutatis mutandis, la celebrazione della rinascita di cui sopra?

Diluca dà fuoco al suo uomo universale fatto di filato metallico, ma la combustione non lo consuma, non lo uccide: “quando la vai a bruciare, non prende fuoco come un pezzo di carta qualsiasi, ma metti in moto un processo di autocombustione che comincia da un punto e va a un altro punto. Questo filamento è uguale a quel processo che avviene con la stimolazione di alcune parti del tuo cervello”, mi disse tempo fa nel suo studio milanese.

E non posso non notare la straordinaria reminiscenza che accompagna la scultura allo stadio finale, post combustione, con l’immaginifico di un altro artista, nato vissuto e morto nel 900, Giorgio De Chirico:

Non è straordinaria la continuità della linea d’orizzonte tra la foto scattata nella Fondazione Sangregorio e il dipinto di De Chirico? Non c’è una recondita armonia fra questi due immaginari così lontani nel tempo eppure così straordinariamente affini a livello di accadimento estetico? Non è incredibile l’affinità fra l’elemento arboreo della foto di sinistra e il paravento nel quadro raffigurato a destra? 

E’ L’enigma dell’oracolo. E’ l’enigma della metafisica. E non c’è, nel discorso di Diluca, un “al di là” rispetto a ciò che è umano, mai troppo umano?

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