Essere controcorrente non è mai di moda e non è neppure facile, soprattutto se sei un artista. Ne sapeva qualcosa quell’attore, Genesio, poi diventato il santo patrono degli attori, che nel pieno delle persecuzioni anti cristiane, quando mise in scena il Sacramento del Battesimo, dichiarò davanti al pubblico e all’Imperatore: “Sono cristiano!”. Venne preso, disteso su un cavalletto e decapitato davanti a tutti. “Genesio, l’attore santo” di Francesco Sala (L’Erudita – Giulio Perrone Editore, in libreria dal 7 ottobre), è un saggio dal sapore di un romanzo giallo dove teatro, mistero e fede si intrecciano in un racconto di sorprendente attualità. In una chiesetta nella provincia di Torino degli ignoti trafugano da una teca i resti di San Genesio. Chiamato dal parroco, il capitano dei Carabinieri Malorni entra in possesso della copia di un manoscritto, l’originale è stato portato via dai ladri. Ma chi era San Genesio? Un attore. Un attore comico. Intorno al 300 d.C. l’Imperatore Diocleziano decise di affidargli la realizzazione di uno spettacolo satirico sui cristiani, minoranza religiosa perseguitata dall’Impero perché stava scalzando l’antico culto pagano degli Dei olimpici. Per poter recitare bene la parte, Genesio chiese di conoscere prima gli usi e i riti dei cristiani: infiltrato in una comunità di fedeli, conobbe un profeta anziano che lo introdusse ai Sacramenti. Il giorno dello spettacolo Genesio, nel momento di mettere in scena il Sacramento del Battesimo, dichiarò davanti al pubblico e all’Imperatore: “L’ acqua usata per la farsa ha lavato la menzogna. Sono cristiano!”. Da allora Genesio è il patrono degli attori.