La Leonessa d’Italia e la città dei Mille sono pronte per risollevarsi insieme con la cultura come trampolino di lancio. Sì, perché proprio queste due città saranno le capitali della cultura nel 2023
Non è un premio consolatorio per ciò che hanno passato e per ciò che tuttora stanno affrontando, bensì si tratta di un’opportunità di rinascita e di (ri)scoperta di questi meravigliosi territori, un’eco di speranza che si diffonde dal Capitolium al teatro Donizetti. Città storicamente rivali che hanno saputo sostenersi in un periodo di incertezza e timore per il presente e il futuro dimostrando un forte senso di comunità che si evince dall’ambizioso ma raggiungibile progetto di essere fari della cultura e di speranza grazie anche al contributo di associazioni e realtà private, di quei musei e teatri che per troppo tempo sono stati abbandonati nell’indifferenza di istituzioni che non hanno avuto a cuore di proteggere l’arte dal flagello del Covid-19.
L’unione fa la forza e in questo caso due città formeranno una capitale sola capace di ergersi dalle macerie di un anno che si vorrebbe dimenticare ma che non si riesce a farlo. Allora nasce il desiderio di salire in città alta o di ammirare i resti romani in Santa Giulia per toccare, sentire nuovamente la bellezza nell’armonia di un corpo di marmo modellato o nei colori di un affresco. Il ritorno della Vittoria alata a Brescia, dopo due anni di restauro, sembra essere un augurio di buon auspicio per entrambi i capoluoghi lombardi che vogliono e possono dimostrare che la magnificenza della loro storia artistica è la linfa vitale che serve ora più che mai in uno dei momenti più bui di questo secolo e che da questi luoghi possa attraversare tutte le altre città e borghi italiani. Laddove il dolore e la perdita sono stati più forti la cultura può essere salvifica.