L’uomo moderno si è pasciuto del benessere dell’Occidente, escludendo dalla sua vita ogni forma di pensiero che richiamasse alla mente la sofferenza e la morte. In tal modo si è concesso di abbandonarsi liberamente a quella che Guy Debord ha definito la “società dello spettacolo”, ormai tramutatasi nella società dei reality show, dove ogni cosa o persona diventa oggetto/soggetto di morbosa visione da parte degli internauti.
Chi avrebbe mai pensato che questo Paese del Bengodi sarebbe collassato vertiginosamente a causa del terrorismo, della Grande Recessione e dello scatenarsi di una pandemia che minaccia la nostra comunità e che ci impone una clausura monastica?
Senza scomodare illustri cattedratici di geopolitica, parliamo di Alessandro Manzetti, scrittore di narrativa dell’Immaginario che si occupa da lustri di queste tematiche e che recentemente ha pubblicato Shanti – La Città Santa: Edizione Integrale Estesa (Independent Legions Publishing, 2020, 287 pagine, 4,99 euro), opera che traspone in chiave horror/distopico il romanzo Justine del Marchese de Sade e che vede la prefazione del compianto Sergio Altieri.
Caleb Battiago – pseudonimo adottato dall’Autore romano, primo e unico scrittore italiano ad aver vinto il Bram Stoker Award® – ci proietta in un futuro post-apocalittico in cui sulla Terra, a seguito di una catastrofe, sono morte quasi tutte le specie animali e molti esseri umani hanno subito orripilanti mutazioni genetiche che li hanno resi più simili a mostri che a persone. Inoltre, le piogge che cadono dal cielo sono tanto roventi da ustrionare gli incauti viandanti che non provvedono a trovare un riparo. La vicenda è ambientata a Parigi Sud 5, quartiere dell’ex capitale francese ormai abbandonato dalla polizia, in cui proliferano la criminalità, lo spaccio di droghe potenziate, il cannibalismo e la violenza, e dove è assai facile perdere la vita. Parlando del setting, Manzetti ci dice che: «Alveari di acciaio e cemento, anime in fila dietro le finestre. Sopravvivere ancora o lasciarsi cadere? Anche alcuni uomini sono ormai del tutto mutati. I marciapiedi sono coperti dalla loro vecchia pelle, strati grigiastri di morale abbandonata. Rifiuti dovunque, larve spingono uova nei resti di carne umana muffita. Morsi di disperazione su polpacci.
«Topi dai denti radioattivi, distributori automatici di merda verde: il colloso cibo sintetico del presente e del futuro. La Senna respira a fatica sotto una crosta galleggiante di esoscheletri. Carapaci, miliardi di gusci vuoti. Pescatori di insetti.
«Parigi Sud 5: i confini sorvegliati dai militari, lo stato maggiore corrotto della Nuova Francia.»
Protagoniste in questo scenario aberrante sono Justine e Juliette, sorelle orfane di entrambi i genitori, che vengono alloggiate al Sainte Marie, un collegio in cui Madame Desroches, la direttrice che si dovrebbe prendere cura di loro, si dimostra una maîtresse priva di scrupoli che ha trasformato la scuola in un sordido postribolo, obbligando le ragazze a fare mercimonio del proprio corpo per soddisfare dietro compenso le più bieche concupiscenze dei clienti. Grazie alla loro avvenenza, le protagoniste riusciranno a entrare nelle grazie della mezzana, scaleranno velocemente la gerarchia delle meretrici e avranno la possibilità di andarsene dalla suburra per dirigersi verso Shanti, la Città Santa, prospera enclave nel deserto del Nevada dove si dice che sia stata sconfitta totalmente la delinquenza. Una volta giunte sul luogo, tuttavia, Justine e Juliette apprenderanno sulla loro pelle che esso non è tanto diverso dagli altri. Si spalanchino pertanto i battenti degli abissi poiché durante la lettura di Shanti, Alessandro Manzetti, fulmineo come un Suppliziante, vi condurrà attraverso il selciato dorato dell’Inferno, facendovi scoprire orrori sconosciuti e inauditi.