Nei momenti più bui poesia e grandezza dei nostri eroi

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Di Paolo Costa Baldi - Opera propria, CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org

Terra benedetta. Racconti d’Italia e di grandi italiani (Idrovolante, 2020, € 12,99). La prima edizione è in ebook, il cartaceo arriverà quando il Covid-19 mollerà la presa permettendoci di tornare alla normalità (o a qualcosa di simile). Se è vero che la pandemia in atto ha scombinato più di un’agenda; succede pure che la necessità di vincere il virus si sia trasformata in virtù.

Nel pieno dell’emergenza si è preferito buttar fuori immediatamente un testo – seppur in formato digitale – capace di soffiare sul fuoco del coraggio, dell’orgoglio e della lotta. Uno strumento utile, insomma: perché da questa crisi si può uscire soltanto spingendo al massimo il piede sul pedale dei valori più alti e profondi, rispolverando uomini ed episodi che hanno fatto grande il nostro Paese. 

Terra Benedetta, collettanea di racconti curata da Emanuele Mastrangelo Merlino, Emanuele Merlino ed Enrico Petrucci, è la continuazione ideale di Eroi, raccolta pubblicata per celebrare i cento anni della Vittoria nella Grande Guerra. Chiederselo può sembrare perfino superfluo e persino paradossale, ma l’interrogativo non può essere eluso: l’eroismo non è sempre figlio di una tragedia in atto? Per dirla con Bertolt Brecht, non è «sventurata quella terra che ha bisogno di eroi»? 

Terra benedetta, racconti sugli eroi d'Italia - Copia

Ecco la risposta: «Sì, se questo è il migliore dei mondi possibili, allora non c’è bisogno di eroi. Ma ormai anche agli araldi della globalizzazione, del postmoderno e del postumano – scrivono i curatori – iniziano ad apparire le contraddizioni di un mondo, che non sarà certamente male per parametri economici o vita media, ma che certamente appare lontano dal migliore dei mondi possibili. Un mondo che si fa ogni giorno più sventurato, in cui la figura dell’eroe pare si dissolva nelle avvisaglie del Kali Yuga, l’era oscura delle sacre scritture induiste che fa da prodromo della fine del mondo». 

Forse è vero: siamo alla fine di un ciclo, per questo vale la pena voltarsi indietro e guardare al proprio passato con orgoglio e nostalgia. «Ci sono storie di Eroi che si rincorrono lungo la penisola tra i secoli. Ci sono fatti storici che ormai appartengono al mito, quella disfida di Barletta e l’Ettore Fieramosca. Eppure ritornano. Si incarnano secoli dopo nel conte di Torino, Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, che 394 anni dopo si trova ad difendere a “singolar tenzone” l’onore dei soldati italiani come aveva fatto, appunto, secoli prima Ettore Fieramosca da Capua. Due storie lontane nel tempo e nello spazio – scrivono ancora – Lontane per lo spirito dei protagonisti, un capitano di ventura “al soldo” della Spagna, e un nobile del ramo cadetto della dinastia d’uno Stato unificato da nemmeno quarant’anni. Eppure così simili nello spirito da sembrare uscite da una saga fantastica». 

La verità è che gli eroi vengono fuori quando meno te l’aspetti. L’autore dell’introduzione è Ermenegildo Rossi, medaglia d’oro al merito civile. Decorato per aver sventato un dirottamento aereo il 24 aprile del 2011, «ma premiato praticamente di nascosto». Di nascosto? Sì, l’Italia ha troppo spesso paura dei suoi figli migliori. Ma al momento opportuno li reclama disperatamente. Proprio come ora, che ha bisogno di medici e infermieri che tengano la barra dritta.