Il sisma non crei nuovi fantasmi

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La terra ha tremato, distruggendo. I giorni passano, si scava tra le macerie mentre frazioni, paesi e centri abitati non esistono più, si sgretolano come sabbia tra le mani; mentre i sindaci gridano il loro dolore: non ora, ma nel tempo, nel tempo non dimenticateci, non ci abbandonate, persi e distrutti, nella storia. Speriamo che il sisma non abbia generato nuovi fantasmi, figli di un’italia viva ed evanescente. Sono seimila e più, le anime perse fra i Comuni d’Italia. Seimila e più, i paesi abbandonati dall’uomo e riconsegnati alla Natura che se ne appropria con la meravigliosa arroganza di piante e animali. Quella divina maleducazione che consente loro di strisciare e spuntare fra mattoni e pietre, di squartare mosaici ed affreschi, di sfondare solai e tetti.

paesi fantasma-557x262-spirlìDalle Alpi al Canale di Sicilia, dall’Ogliastra alle coste dirimpettaie all’Albania, lungo gli Appennini e ai bordi del pensiero. Da Santo Stefano di Sessanio, sul Gran Sasso, a Pentedattilo, che parlava greco a due passi da Reggio Calabria. Da Lunella, sulle Alpi Graie, a Cirella, bombardata dai francesi ai primi dell’800 e abbandonata per sempre. Da Solomeo, restituita alla vita dal cachemere alle decine di speranzose amene località che si mettono in vetrina su eBay, in cerca di acquirente. Seimila sono troppe, ma tant’è! Nel mondo c’è chi cerca casa, o pace, e chi è o ha case e pace e non ha a chi affidarle. Immane destino!

Eppure, molto spesso, basterebbero poche centinaia di migliaia di euro per aggiudicarsi la proprietà di un intero paese, magari vista monti o belvedere sulla vallata, o sulla costa. Basterebbe una maggiore attenzione verso i tesori di questa #bellitalia, una disponibilità a inventarsi una nuova vita, a presentare una nuova proposta. O, forse, ci vorrebbe il coraggio di seimila imprenditori che prendessero in mano il mercato che lo Stato nemmeno considera e lo trasformassero in qualcosa di concreto. Un luogo d’arte da visitare? Un set cinematografico da affittare? Un albergo per riposare? Una residenza per convegni o ritiri spirituali? Una sorta di centro commerciale di belle cose italiane? Un condominio per ricchi villeggianti? O, magari, semplicemente un paese!

Sì, seimila son tanti. E aiuterebbero, resuscitando, lo Stato. Da morti, non servono a nessuno. Se solamente lo capissimo… Se ci entrasse in testa che niente merita di essere buttato via come inutile. Se ci rimboccassimo le maniche e lo usassimo, quel cervello che spesso dorme nella scatola cranica, forse ci renderemmo conto che la risposta ai nostri mali non sono gli stranieri che arrivano (eccome se arrivano!) e comprano tutto. La risposta sarebbe quella tanto celebrata unità d’Italia che non è realmente ancora avvenuta… Unità di ogni frammento: anche quello più dimenticato e apparentemente insignificante.

4 Commenti

  1. Dr. Spirlì, NO! Quei paesi non devono tornare a vivere! Quella situazione irripetibile dovuta all’abbandono degli anni ’50 e ’60 DEVE essere conservata a memoria di quello che furono. Un paese ridotto a Bed & Breakfast o a Centro commerciale o a lussuosa Spa diventa un paese vivo (forse ‘vitale’ più che vivo) ma noioso, uguale a tanti altri ristrutturati allo stesso modo, abitato dalla stessa gente, stranieri ancora più annoiati di noi; privo ormai di quelle informazioni che può dare un paese seppur abbandonato, come: strutture murarie, intonaci, oggetti, legname e qualunque elemento rimasto sul luogo, preziosa testimonianza di una vita ferma a cinquanta, sessant’anni fa. Bisogna lasciarli abbandonati e ‘monitorare’ lo stato di abbandono, almeno per quei pochi borghi per cui è ancora possibile. E penso con raccapriccio al vecchio borgo di Badolato, che il sindaco ha lasciato sconciamente colonizzare da una turba di Kurdistani, con la scusa che,” visto che le case erano abbandonate, almeno qualcuno le tornava ad abitare”: ma chi ha detto che DOVEVANO tornare ad essere abitate? Non è detto che un paese abitato sia più vivo di uno abbandonato! Le giunga un augurio per un Felice Anno Nuovo!

    • sai cosa significa fare l’imprenditore? sai cosa significa investire un capitale economico ? cosa significa investire un capitale umano? non dormire la notte affinchè l’idea iniziale abbia successo? che significa vederla svilita da un dipendente che si trincera solo dietro ad un suo personale interesse? o che ti invia un banale certificato medico? e che potrei ancora continuare sula mancanza di rispetto della “cosa aziendale”? e sai dirmi infine perché quell’imprenditore dovrebbe saltare tutti questi ostacoli per poi vedersi “mangiare”” le sue fatiche da intrallazzatori che sguazzano nelle maglie della Legge e, seppure riconosciuti colpevoli o anche quando riconosciuti colpevoli, restano impuniti e seguitano a percepire lo stipendio???? Fare l’imprenditore è una cosa esaltante. L’ho fatto in altri tempi ma oggi, in queste condizioni, non lo rifarei perché sarei solo un “pesce fuor d’acqua”. Di idee che creano lavoro ce ne sono ancora molte – non moltissime- ma manca la condivisione dell’idea “azienda”, manca perché – e lo ammetto con grande dolore- è ormai superata la parola educazione!! auguri

  2. In Cina quando alcuni ricercatori hanno appurato che alcune popolazioni di una loro provincia avevano delle caratteristiche somatiche diverse ne hannop studiato il dna e hanno scoperto che sono i discendenti della terza legione romana ai comandi dell’esercito di Crasso che fu sconfitto dai Parti alla battaglia di Carre nel 56 ac, dopo la scoperta le Autorità Cinesi hanno iniziato una campagna di scavi riportando alla luce i resti di un accampamento romano. L’Italia, patria della conoscenza, con tutti i suoi beni ambientali e culturali è lasciata alla distfruzione da una banda di politici inetti e incapaci. Mi viene da pensare che se ci fossero i Cinesi ad amministrare l’Italia il nostro patrimonio avrebbe più possibilità di salvarsi.

  3. SAREBBE MAGNIFICO ED IO PER PRIMO MI IMPEGNEREI, SE QUESTO STATO SANGUISUGA, NON CI VESSASSE CON IMU TASI TARI E QUANT ALTRO!
    W la ricetta di silvio MENO TASSE MENO TASSE MENO TASSE, cosi’ e SOLO COSI’ l’italia cambia verso!!!!

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