Pomezia piange i suoi figli

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Arianna, aveva 15 anni. Era in vacanza a Pescara del Tronto in compagnia dei nonni e del papà. Il sisma l’ha colta nel sonno. Anche Elisa era nella cittadina marchigiana per trascorrere gli ultimi scampoli di ferie insieme alla nonne, Irma e Rita, e al cuginetto di otto anni, Gabriele. Nessuno è sopravvisto sotto le macerie alla potenza distruttiva delle scosse. E poi Andrea, Rita, Wilma. Pomezia ha pagato un alto tributo alla natura. Essa, impietosa, si è portata via i suoi figli, nottetempo.
Piazza Indipendenza nel silenzio, nel raccoglimento e nella commozione gremita, così come solo nel 1938 quando Benito Mussolini arringava la folla all’ombra della torre comunale. Nella Chiesa di San Benedetto si stanno celebrando i funerali dei pometini vittime del sisma che colpito il centro Italia, riducendo in un cumulo di macerie Amatrice, Accumoli, Pescara e Arquata del Tronto. Tra gli applausi escono le bare bianche di Gabriele ed Elisa. Tra gli applausi, Pomezia paga il suo tributo, onora i suoi figli.

I funerali delle vittime