Se muore Natale sparisce anche l’Occidente

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Piero della Francesca, Doppio ritratto dei duchi di Urbino. 1465-1472 ca, olio su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze
Piero della Francesca, Doppio ritratto dei duchi di Urbino. 1465-1472 ca, olio su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze

I Cieli se ne fottono dell’umana stupidità di qualche insulso dirigente scolastico che tenta di imporre il posto occupato in graduatoria, cancellando la Festa delle Feste dal cuore della gente. Nonostante tutti gli sforzi di una ristretta ciurmaglia di frustrati “senza centro di gravità permanente” e col pallino del negazionismo religioso, il Figlio dell’Uomo sta per rivedere e, contemporaneamente, riportare la Luce nel mondo. Un miracolo che si ripete da oltre duemila anni. “Un Fatto concreto” che ha cambiato la storia dell’universo. Che segna, vivo, il confine fra l’infinito e il finito. Che unisce Chi crede. Che resiste agli assalti degli eserciti del male, oggi come sempre, armato di un’unica dolce arma: la Libertà. Di decidere, di credere, di perdonare. Di amare. Buon Natale, Cristiani! Onoriamo il Dono di Dio e non cadiamo nella trappola dell’odio. Ma non dubitiamo, nel contempo, del valore alto della difesa della nostra Fede. E resistiamo agli assalti dell’ignoranza, dell’ottusità, della superficialità! Quella maligna cocciutaggine di chi spera di annientarci. Per far sì che la Nascita avvenga ancora, in quella Santa Grotta, partecipiamo sentitamente ai riti natalizi: sarà la migliore risposta a qualsiasi bombardamento bestialmente (dis)umano. Sì, Buon Natale, Cristiani! Coi Vangeli in mano e la preghiera nel cuore. E Buon Natale, Occidente. Figlio in fuga. In stupida fuga. Se muore il Natale Cristiano, sappilo!, le radici del vecchio continente seccheranno come fossero trapiantate nel cuore del sahara. Perché ogni cellula di questa vecchia Europa respira Cristo più che aria pura. Voglia o non voglia, ogni singolo cittadino europeo è Cristiano nel proprio DNA. I suoi occhi vedono Cristianità; i suoi orecchi sentono Cristianità; il palato gusta Cristianità. È Cristiana l’Arte, l’Economia, la Giurisprudenza, la Letteratura, la Scienza, la Filosofia… Il resto?  È invasione. E nazislamismo.

8 Commenti

  1. Abbiamo già perso: il Cattolicesimo ha già perso. E, senza il cattolicesimo, il Cristianesimo sarebbe rimasto un’eresia giudaica. La sconfitta del Cattolicesimo è però la sconfitta della nostra cultura. Mi spiace soprattutto per i miei (nostri) nipoti.

  2. L’ateo Benedetto Croce scrisse un libro intitolato “Perché non possiamo non dirci cristiani”. Spariscano però il Natale e la Pasqua come feste di sangue con stragi di agnelli, gli animai più mansueti della terra sottratti alle loro madri che li cercano mentre stavano ancora allattandoli. Odio queste due feste di sangue. Nessun papa che abbia una volta dalla finestra di piazza S. Pietro condannato la strage di agnelli. Vedere il mio blog scrivendo su Google pietromelis.blogspot.com Riporterò gli utimi titoli inviandoi al suo indirizzo di posta in modo che cliccandovi sopra possa leggere gli articoli.

    • io non mangio nè agnelli nè conigli, nè vitelli ecc e le feste comandate me ne frego!!e sto pensando seriamente a diventare vegetariana…e le feste comandate me ne frego!!

      • Signora Patrizia. Sta pensando di diventare vegetariana ? Le feste comandate , se ne frega ? Anche quella dell’ unità ? Comunque, le volevo dire : diventi pure vegetariana, magari anche vegana, Chi c… se ne frega ?

  3. Proposta: i mussulmani possono NON rispettare le NOSTRE TRADIZIONI a patto che NON usufruiscano di queste feste. Quindi vadano a lavorare come fossero giorni normali. Lo stesso dicasi per le DOMENICHE…a lavorare. Facciano pure il venerdì di preghiera ma la DOMENICA, NO, per loro deve essere giorno lavorativo (restribuito come tale e non certo con supplemento festivo).
    Tutte le altre feste: ASSUNZIONE, NATALE, PENTECOSTE ecc. più quelle del patrono della città (in quanto santi)…per loro siano LAVORATIVI.
    E’ bello riempirsi la bocca (anche non metaforicamente)ma non comportarsi con coerenza.

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