I “colpevoli” principali, dal punto di vista culturale, se molti si sono avvicinati alle importanti tematiche dell’esoterismo e delle discipline ermetiche tradizionali attraverso i testi di Julius Evola e Réne Guénon e altri, sono Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco. Loro prima d’altri successivi scrissero di queste “oscure materie”. Fa dunque più che piacere ritrovare molti di quei mini saggi che potevano essere andati perduti, ripubblicati in un unico volume per i tipi di “Mimesis”, scritti soprattutto negli anni Settanta e Ottanta dall’affiatato duo “de Turris e Fusco” dei quali non sapremmo dire chi sia Batman e chi Robin. Celie a parte, Le meraviglie dell’impossibile (pp. 258, Euro 22) è una raccolta che non deve mancare non soltanto per coloro che amano la letteratura fantastica senza preclusioni di sorta, ma soprattutto per tutti quanti invece credono che argomenti quali la Tradizione, il Simbolo, la ricerca alchemica, la Queste, il Graal o altro non siano necessari ma inutili, facendoci così sorprendentemente intuire che il loro milieu sia ristretto alla materia tangibile e non al “mondo delle idee”.
I temi affrontati dai Nostri sono dunque i più vari: dal simbolismo della spada, scritto per La spada spezzata di Poul Anderson, a quello del mare, al Tempo, al Medio Evo quale luogo dell’anima, e ancora al mito del superuomo passando fluentemente dalla leggenda alla filosofia, dalla psicologia alle dottrine tradizionali e alla scienza intesa nel suo senso più ampio fino alla religione.
Scritti di altri tempi, oggi ancora attuali per coloro che si ostinano a non voler portare il cervello all’ammasso e il cuore in una banca, Le meraviglie dell’impossibile, ci mostra come invece sia ancora possibile meravigliarsi se si vuol guardare “il mondo oltre il bosco” narrato da William Morris con gli occhi liberi da pregiudizi e preconcetti, il che non mi pare cosa da poco.