Roberta Verteramo: un po’ Abramovic, un po’ Fura dels Baus

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Come essere una performer a Torino

di Angelo Crespi

Per campare, Roberta Verteramo, fa la restauratrice di arte contemporanea specializzata in plastiche e materiali affini. Da poco ha riassunto le sue esperienze in materia in un ponderoso volumetto che tratta di metodologie e tecniche del restauro (“The age of plastic”, edizioni il Prato 2013). Spesso inciampa nell’italiano slittando l’accento alla spagnola, visto che proprio la Spagna è sua patria elettiva. Vive e lavora a Torino, ama Valencia, ed è cittadina del mondo, poiché il linguaggio della performance a cui si dedica, ancora più di quello dell’arte visiva, non ha confini. Ieri al tramonto, in occasione del Salone del Libro di Torino, ha presentato un lavoro (a cura di Clarart) dal titolo “L’anima e la memoria” nella storica piazza Carignano, proprio di fronte alla statua di Vincenzo Gioberti.

Entrata in “scena”, Roberta, con una mano aperta lungo il lato del corpo e l’altra chiusa come volesse custodire qualcosa di prezioso, ha camminato con metodica lentezza sopra alcune piastrelle di argilla, posizionate fino a comporre una lunga fila. Le lamine si sono spezzate sotto il peso del corpo, gracchiando sonore nell’amplificazione di un microfono, simboli del nostro fragile paesaggio interiore che custodisce ed è custodito dai ricordi. Quindi l’artista è rimasta immobile, prima che il pubblico venisse chiamato a ricostruire consapevolmente il percorso a ritroso, diventando parte integrante dell’opera.

Il senso? Racconta Roberta: “La vita è un paesaggio di fogli su cui scrivere la nostra storia. Questo paesaggio è la sequenza di incontri, di duri colpi, conquiste, felicità e parole raccolte lungo la strada. E’ un paesaggio al quale, talvolta, ci accostiamo in modo inconsapevole e che nell’ascolto e nell’esperienza evidenzia la sua fragilità. La vita ci obbliga costantemente a interpellare il nostro corpo e ci chiede di risvegliare la consapevolezza dell’anima. In questa consapevolezza, nel suo risveglio, diveniamo capaci di costruire il tempio della cura dei luoghi e delle persone”.

Un po’ guru alla Marina Abramovic, un po’ designer dalla verve ironica (vedere per credere www.verteramo.it), un po’ danzatrice seguace della Fura dels Baus, la Verteramo, tra le poche in Italia, sonda le possibilità che il corpo dà all’inconscio, ovvero le regole a cui l’inconscio sottopone il corpo con un approccio etico che molti sé-dicenti artisti hanno dimenticato.

 

12.05.2014