La Rimini che dimentica Fellini

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E Rimini lo liquidò. L’Italia lo archiviò. Il Cinema ne mummificò il ricordo e l’insegnamento. E Federico Fellini, infine, morì.

Fellini-557x262-spirlìNe segnano il passaggio terreno le fredde targhe sui muri dei palazzi, le mostre organizzate da chiunque, qualche luogo “dei suoi” ancora per poco sopravvissuto al tritacarne del tempo e della volgarità. E qualche intervista a Sandra Milo, Meravigliosa Musa e Ultima Torre del Castello. Per il resto, c’è la Fondazione Fellini finita in liquidazione, sommersa da debiti mortificanti che la costringono a vendere migliaia di riproduzioni e a cedere i diritti alla ristampa dei libri, come il Libro dei Sogni che verrà pubblicato, manco a dirlo, in Cina. Un Museo Fellini che si vede e non si vede. Anzi, che non si trova proprio (Su un noto sito di viaggio, i visitatori dicono che il Museo non lo conoscono nemmeno i vigili urbani).

E il Comune di Rimini, a cui torneranno i pezzi unici dell’eredità Fellini. Al Fulgor, dicono. Al cinema felliniano per eccellenza, dovrebbero essere destinati i beni in mostra. Ma, per ora, il Fulgor è un cantiere. Forse fra un anno e mezzo, ospiterà una cineteca con archivio studi su Fellini, ricco di ogni materiale sul grande regista, a partire da manifesti, locandine e foto originali. Ma se dovesse avere lo stesso destino dell’aeroporto Fellini? E in cosa consiste il museo virtuale che dovrebbe nascere? E quel Museo per gli abiti di scena?

Sono passati solo vent’anni dalla sua morte, e di lui vediamo meno roba di quella appartenuta a Tutankhamon, faraone della XVIII dinastia egizia, nato 3.355 anni fa ad Akhetaton e morto 3.337 aani fa a Menfi. Con grande tristezza degli italiani buoni, quelli che lo celebrano ancora per gli inimitabili momenti di Grande Cinema. Da La Dolce Vita, ai Vitelloni, La Strada, 8 e ½, La Città delle Donne, Amarcord… Quelli che lo vogliono ancora abbracciato alla sua Giulietta Masina. O furbo conquistatore di femmine polpose con la sua indole fanciullesca e un po’ canaglia. Gli italiani che ha descritto nei loro sogni, al di là di ogni nebbia. Che fosse della terra o della mente.