Se Veltroni fa un Berlinguer chi fa un Almirante?

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La destra non si desta, e la sinistra si trastulla con l’autoerotismo. Ma partiamo dal fondo. Il mai andato in Africa Walter Veltroni ha regalato al mondo della cinematografia un documentario (ora si chiamano biopic, ma io mi rifaccio a Battiato: “Il giorno della fine non ti servirà l’inglese”) sulla vita di Enrico Berlinguer.

E vabbè, verrebbe da dire. Che altro doveva fare uno che nella vita non ha fatto niente se non essere di sinistra? Che la sinistra punti il telescopio sempre in direzione del proprio ombelico non è una novità. Sono anni che l’esercizio costante del radical chic è osservare, con grande appagamento, la propria immagine riflessa nello specchio. Ce ne siamo fatti una ragione, di questo provincialismo psicologico e culturale. Ci siamo sorbiti i racconti sulla loro meglio gioventù, abbiamo ascoltato le canzoni delle loro battaglie, hanno cercato persino di imbustarci dentro i loro eskimi patinati. Tutti lì a sbrodolarsi nel compiacimento di chi pensa di abitare il lato giusto del mondo. Tromboni che continuano a tromboneggiare. Da Francesco Piccolo che ci racconta come è diventato comunista (e chissenefrega?) a Zoro che mette in scena le turbe psichiatriche della sinistra in crisi d’identità davanti al successo del renzismo.

E la destra? Che fine ha fatto la destra? Che fine ha fatto la sua cultura? Si lamenta e bofonchia. Si crogiola in uno sfigatismo elevato a giustificazione per qualunque immobilismo. Se la sinistra (culturale) è psichiatrica, la destra è cimiteriale. Non pervenuta. Se deve proprio fare qualcosa critica: “Che palle il documentario su Berlinguer”.

Non c’è dubbio che il film di Veltroni sia un succedaneo del Valium, ma il punto è un altro: fate qualcosa, per favore. Perché non vi è mai venuto in mente, per rimanere sullo stesso piano, di fare un documentario su Giorgio Almirante? Certo, è dura, ma la cappa del conformismo ormai si è incrinata. Proprio ora che la claustrofobia nei confronti dell’intellettuale gauchiste è diffusa, la destra non può chiudersi con due giri di chiave nel ghetto. Deve uscire, sporcarsi e contaminarsi cucinando il mondo della cultura con quell’ingrediente di libertà che ha nel suo dna.

 

3 Commenti

  1. Lo fa la CIA.
    Visto che dalla fine della guerra non c’è mai più stata una destra nazionale.
    Per la verità lo dovrebbero fare anche su altri.

  2. Sono quasi vecchio oltre I 70 anni,ma confrontare un Berlinguer ad un ALMIRANTE è terribilmente vergognoso e umiliante, Berlinguer figlio del dopoguerra comunista, infarcito di ideali cattocomunisti, opportunista e ambiguo, che se fose stato alla corte di Re Stalin avrebbe avuto una vita molto difficile, ma essendo in Italia, è stato tutto diverso, Uomini come G.ALMIRANTE , la storia (madre Natura ) nè produce pochi , quasi nessuno, è gente rara, che un popolo come gli italioti non si merita, se avessimo avuto alcune persone dello stesso livello , saremmo in ben altra situazione, ma questa è la storia fasulla Italica…..

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