Omar Galliani, maestro indiscusso del disegno contemporaneo italiano, è protagonista della mostra Di Segno in Segno, presso la Galleria delle Arti di Città di Castello (PG) fino al 7 febbraio 2025. L’esposizione, che presenta un ampio corpus di opere grafiche dell’artista, copre un arco temporale che va dagli anni Settanta ai Duemila, offrendo un’inedita prospettiva sul suo lavoro nel campo dell’incisione.
Il titolo della mostra rappresenta un’intuizione concettuale che evoca il dialogo tra il disegno e il segno grafico, due dimensioni complementari nella poetica di Omar Galliani. Il “segno”, nella sua ricerca, non è solo un tratto visivo o tecnico ma diventa un linguaggio universale capace di comunicare significati profondi.
Galliani ha iniziato a sperimentare le tecniche incisorie durante la sua docenza all’Accademia di Belle Arti di Urbino nel 1979-80, una città storicamente legata alle stamperie d’arte. Il suo approccio alla litografia e all’acquatinta è caratterizzato da una profonda riflessione sul segno, inteso non solo come elemento grafico ma anche come veicolo di significati universali. Attraverso il graffio della lastra e il gioco delle ombre e delle luci, Galliani riesce a evocare suggestioni che si collocano tra il reale e il simbolico, tra la tradizione e l’innovazione.
La selezione esposta comprende circa 15 lavori, molti dei quali in grandi formati, un aspetto raro nel campo dell’incisione. Alcuni pezzi si distinguono per la loro unicità, arricchiti da interventi manuali con tempera o pastello e applicazioni in marmo di Carrara, sottolineando l’approccio sperimentale e innovativo dell’artista. La litografia, nelle mani di Galliani, diventa un campo di indagine per esplorare il rapporto tra figura e spazio, mentre l’acquatinta amplifica le qualità tonali e cromatiche, evocando atmosfere oniriche e surreali.
Città di Castello, con la sua tradizione nella stampa d’arte e nell’editoria, rappresenta un luogo simbolico per questa mostra. La città è nota per aver dato i natali a figure come Celestino Celestini e Alberto Burri e per essere un crocevia di progetti culturali legati alla grafica. La stessa Galleria delle Arti, fondata da Luigi Amadei nel 1976, ha promosso negli anni la produzione grafica di artisti come Burri, Picasso, Morandi e Bacon, consolidandosi come punto di riferimento per l’arte incisoria.
“Se le opere più note di Galliani trovano nel disegno la matrice più autentica della sua produzione – scrive Lorenzo Fiorucci, curatore della mostra – oltre che la tecnica prediletta, nella litografia egli non perde la genuinità della propria ricerca, seppur con esiti talvolta sorprendentemente diversi. Nelle litografie si possono infatti apprezzare quelle che sono le qualità tecniche di un segno grafico che nel suo dipanarsi tra la superficie liscia della pietra si fa prima specchio rovesciato di un’immagine e poi metafora di uno studio perseguito, senza soluzione di continuità, dagli anni Settanta ad oggi, in una prospettiva sempre più orientata ad una rilettura dell’idea stessa di figura, anche attraverso prelievi e citazioni storiche, nonché poetiche mitizzazioni arcaiche”.
Questa ricerca visiva si traduce in opere che combinano la precisione tecnica con una straordinaria capacità di evocare emozioni e suggestioni metafisiche. Galliani stesso, in una riflessione poetica, descrive l’arte incisoria come un dialogo tra luce e ombra, dove il gesto creativo si trasforma in una narrazione tangibile di emozioni e misteri.
«Tutte le volte che graffi una lastra ti accorgi del fondo di luce che avanza o indietreggia e il riflesso si impunta e suona con poche note sorde e lineari. Linea d’ombra o di luce dove gli acidi divorano e smussano i tuoi segni notturni. Notte di nitrati solubili o eterei in pose lunghe o brevi. Notte di pallidi segni inchiostrati di nero o di rosso. Notte di mani leggere o pesanti nel togliere o aggiungere. Mestica oleosa dei solchi baciati da carte umide e pesanti. Deposito di sali, evaporare leggero d’acqua e d’inchiostro. Nel fisso o nel mobile l’unico e il multiplo affiorano nella dinastia dei segni interrotti dal numero arabo. Codice di passioni violate su una tenera lastra di rame», scriveva, infatti, Omar Galliani nel 1991, durante un viaggio a Praga.
Di Segno in Segno offre un’opportunità unica per immergersi nel mondo visivo di Omar Galliani, esplorando l’evoluzione del suo linguaggio grafico e la sua capacità di reinventare le tecniche tradizionali. La mostra rappresenta un viaggio tra Oriente e Occidente, tra passato e futuro, in cui il segno diventa il filo conduttore di una narrazione universale, capace di parlare al cuore e alla mente dei visitatori.