A Milano, a due passi dal Castello Sforzesco, c’è dal 1990, nel prestigioso Palazzo Bonacossa, un piccolo grande museo, il MAS – Museo d’Arte e Scienza, con due collezioni di arte africana e buddhista raccolte nel corso degli anni dal collezionista Gottfried Matthaes e attualmente gestite dagli eredi.
E in questo posto meraviglioso si è svolta il 9 novembre l’inaugurazione della quinta edizione di “DreamArs”, mostra collettiva di arte contemporanea a cura di Eva Amos, che riunisce 40 artisti internazionali da paesi come Albania, Cina, Emirati Arabi, Finlandia, Germania, Regno Unito, Svizzera e Italia, in un evento che celebra la creatività globale.
La serata di apertura ha avuto inizio con la performance “Art & Archi” dell’artista e musicista Roberto Sironi e della musicista francese Elizabeth Boudjema, cui ha fatto seguito la presentazione ufficiale dell’evento condotta dal giornalista Fabio Ranfi, direttore di Good Morning Milano.
Nata da una fusione tra il termine “dreamers” (sognatori) e le parole “dream” e “ars” (arte in latino), la rassegna “DreamArs” vuole dare voce agli “artisti sognatori”. In un contesto in cui la creatività si fonde con l’impegno sociale, “DreamArs” non si limita a presentare opere d’arte ma si propone come un catalizzatore di riflessioni su temi cruciali della contemporaneità con un tono non ideologico. “DreamArs” ha risposto a questa necessità, presentandosi come un luogo di incontro per artisti di fama internazionale e nuovi talenti, dove le opere si fanno “vestiti su misura per il loro tempo”, come avrebbe detto il celebre gallerista Luciano Inga Pin, sottolineando così l’urgenza di un’arte che rispecchi le sfide contemporanee. “DreamArs” ha unito artisti di diverse generazioni, favorendo così un confronto tra sensibilità artistiche emergenti e figure più consolidate, con opere che spaziano da ritratti che raccontano storie di marginalità a fotografie che catturano attimi di intimità. La diversità di linguaggi e approcci diventa un valore aggiunto.