Gianni Simioli con il giovane cantautore Gabriele Esposito firma “Letture Scugnizze” (Rogiosi Editore) e propone al lettore un viaggio straordinario alla scoperta (e riscoperta) delle infinite identità di Napoli, città “porosa” come la raccontano Walter Benjamin e Asya Lacis; città dell’oro di Giuseppe Marotta, della poesia di Raffaele Viviani e di “’A livella” di Totò; di Eduardo De Filippo, mostro sacro sulle tavole del palcoscenico e uomo di grande cura in cucina come ce lo racconta la moglie Isabella Quarantotti. In questo viaggio letterario c’è Pino Daniele, raccontato dal figlio Alessandro e c’è un meraviglioso Fabrizio De André raccontato in “De André e Napoli. Storia d’amore e d’anarchia” da Federico Vacalebre. C’è la passione per la fede calcistica e c’è San Gennaro con la sua vita, morte e miracoli. Ci sono Erri De Luca, Peppe Lanzetta, Anna Mia Ortese, Raffaele La Capria, Norman Lewis, Giuseppe Patroni Griffi, Aldo Masullo. Ci sono la bella ’mbriana, il munaciello e la prima medium della storia Eusapia Palladino raccontata da Antonio Emanuele Piedimonte. C’è Massimo Troisi e tanti altri personaggi meravigliosi e storie straordinarie raccontate da Gianni in maniera inedita e affascinante.
Speaker, talent scout, ideatore di format culturali e musicali, direttore artistico. Una vita impegnativa. Ora autore di “Letture Scugnizze”. Da dove e perché nasce questo nuovo progetto?
Mi dicono da più parti che sono un opinion leader. Ho difficoltà a sentirmi tale ma questa definizione mi dà un senso di responsabilità che devo gestire. Questo vuol dire che faccio molta attenzione a ciò che dico quando sono in radio o in pubblico, sforzandomi di non sprecare il grande privilegio che mi è concesso dal mio lavoro e che mi permette di arrivare a tante persone. Con “Letture Scugnizze” provo a far tornare di moda i libri.
Tu sei la testimonianza che quando si vuole realizzare un progetto, il tempo si trova sempre. Qual è stato il momento della giornata in cui hai scritto di più?
La notte. E, quando mi ritrovavo di fronte al computer, mi sorprendevo di quanto fossi deliziosamente invecchiato. Era estate quando l’ho scritto. Solitamente, per me, che ho fatto anche il dj, le notti di qualche decennio fa erano in discoteca, per lavoro o per nutrirmi di quella cultura clubbing che pure tanto mi ha dato. Ora, di notte, mi sono ritrovato a leggere e scrivere e non c’è momento migliore per scoprire di te quello che non sapevi. Nel mio caso, ho scoperto di aver letto almeno i libri di cui parlo in questa playlist di titoli, opere e scrittori, che mi hanno davvero fatto conoscere la Napoli di ieri e quella contemporanea.
Cosa trova il lettore in “Letture Scugnizze”?
La Napoli delle ombre e delle luci. La Napoli trasversale, mainstream ma anche sotterranea, esoterica, musicale, teatrale, urban, periferica. La Napoli dell’intellighenzia snob lacapriana. Ma anche la Napoli “sporcata” raccontata da Peppe Lanzetta.
Hai sempre mostrato grande attenzione e sensibilità nei confronti dei giovani artisti e ad accompagnarti in questo viaggio c’è il cantautore Gabriele Esposito. Com’è stata l’interazione con Gabriele e perché tra tutti i giovani artisti che conosci hai scelto lui per le tue “Letture Scugnizze”?
Intanto per un fatto cinicamente anagrafico. Gabriele ha appena 26 anni ed è il più giovane tra i giovani della nuova scena musicale italiana. Poi per affinità elettiva, empatia e già sperimentata condivisione di prodotti culturali come quelli del cinema, dell’editoria, della musica, dell’arte.
Un libro non arricchisce solo chi lo legge ma anche chi lo scrive. Che esperienza è stata per te?
Rileggere libri che avevo letto anni fa è stato un viaggio incredibile ma ho anche arricchito la mia playlist scoprendone di nuovi. Per esempio non avevo mai letto “Napoli porosa” di Walter Benjamin e Asja Lacis; poi i sono ritrovato di fronte a due iconiche figure femminili della città, Anna Maria Ortese e Matilde Serao. Due grandissime donne di cultura che mi hanno fatto “sudare” sulla decisione finale su quale delle due inserire nelle mie “Letture Scugnizze”. Ho scelto Ana Maria Ortese che ho capito esser la più anarchica, meno protetta dai grandi poteri.
“Letture Scugnizze” è un libro ma anche uno show dei libri. “La Piedigrotta dei libri” si legge in quarta di copertina. Cosa accadrà sui palchi dove arriverà?
Mentre ti rispondo non ho ancora le idee chiare ma una sola certezza: i libri, i tomi, anche i più antichi, faticosi, per intenderci quelli fatti di 1000 pagine, possono essere raccontati come se fossero canzoni.