Beatrice Gigli ci conduce, con le sue Beatitudini, in un viaggio alla scoperta di storie e luoghi nascosti, tanto misteriosi quanto affascinanti. Ogni racconto è un viaggio verso l’inaspettato, dove la bellezza segreta di realtà spesso dimenticate si svela a chi le sa cercare. Vere beatitudini per chi le esplora, questi frammenti di storia e cultura aprono una finestra su mondi ricchi di meraviglia e significato.
La visita alla tomba di Allan Kardec al cimitero del Père-Lachaise a Parigi ha risvegliato in me una profonda curiosità per il mondo dello spiritismo. Prima di recarmi al cimitero, mi ero fermata in Rue de l’Arcade, dove aveva sede La Revue Spirite, la rivista fondata dallo stesso Kardec nel 1858. Quella semplice via parigina fu il crocevia di incontri e comunicazioni con il mondo degli spiriti, un punto di partenza per un movimento che ha affascinato e diviso il pensiero dell’epoca.
Allan Kardec, nato come Hippolyte Léon Denizard Rivail, era un insegnante di fisica e chimica. Tuttavia, la sua vita cambiò radicalmente nel 1855, quando partecipò a una seduta spiritica e gli fu rivelato il nome “Allan Kardec”, con il quale era stato conosciuto in una vita passata tra i Galli. Questo incontro segnò l’inizio del suo cammino come fondatore del movimento spiritista. Il culmine di queste rivelazioni fu la pubblicazione del suo Libro degli Spiriti nel 1857, un testo che raccolse domande e risposte ricevute durante le sedute, riguardanti la natura dell’anima, la vita dopo la morte e la relazione tra il mondo fisico e quello spirituale.
Evocare gli spiriti dei morti non è una pratica recente; le sue radici risalgono a epoche pre-cristiane e trovano numerosi riferimenti anche nella Bibbia. Pensatori come Lattanzio e Isidoro di Siviglia legano il termine necromanzia al greco “nekròs” (morto) e “manteia” (divinazione).
Con l’avvento del medioevo cristiano, la percezione cambiò: gli spiriti potevano tornare per chiedere messe e preghiere per il proprio riposo. Tuttavia, nel XIX secolo, lo spiritismo prese una forma completamente diversa. Grazie a medium e messaggi provenienti dall’aldilà, senza il ricorso a rituali oscuri, lo spiritismo si distinse dalla necromanzia.
Nel 1848, le sorelle Fox, Kate e Margaret, diventarono celebri per aver stabilito un contatto con uno spirito nella loro casa di Hydesville,in America, utilizzando i “colpi” come mezzo di comunicazione. Questo fenomeno attraversò l’Atlantico e raggiunse Parigi, dove influenzò profondamente Kardec, spingendolo a fondare il suo movimento e a raccogliere i messaggi delle sedute spiritiche nelle pagine della sua rivista e nel Libro degli Spiriti.
Tra i fenomeni più affascinanti legati allo spiritismo vi era quello dell’ectoplasma, una sostanza misteriosa emessa dai medium durante le sedute, che sembrava rendere tangibile la presenza degli spiriti. Il movimento attirò l’interesse di grandi intellettuali dell’epoca, tra cui Arthur Conan Doyle e Victor Hugo.
Hugo, in particolare, durante il suo esilio sull’isola di Jersey, organizzava sedute per comunicare con la figlia Leopoldine, tragicamente annegata nella Senna. Questi incontri divennero presto un’ossessione familiare, con spiriti di illustri personaggi che si manifestavano durante le sedute, tra cui Platone e Galileo. La partecipazione di figure del calibro di Hugo contribuì a legittimare lo spiritismo, rendendolo un argomento di discussione tra le élite dell’epoca.
Tuttavia, dopo la morte di Kardec nel 1869, lo spiritismo fu messo in discussione da varie rivelazioni di frodi. Medium famosi, come l’italiana Eusapia Palladino, furono smascherati, sollevando dubbi sulla veridicità di molti dei fenomeni spiritici.
Nonostante le controversie, lo spiritismo continua ad avere seguaci ancora oggi, alcuni dei quali lo considerano la quarta religione rivelata, dopo Ebraismo, Cristianesimo e Islam.
La mia esplorazione di questa affascinante storia, iniziata in Rue de l’Arcade e proseguita sulla tomba di Kardec al Père-Lachaise, mi ha portato a riflettere sulla continua ricerca dell’umanità di connettersi con ciò che è oltre la vita. Un desiderio profondo e intramontabile, che si è manifestato in forme diverse nel corso dei secoli.