E’ il discendente diretto di Gian Lorenzo Bernini. Lavora per un importante gruppo bancario ed è un collezionista d’arte. Alcuni capolavori della sua collezione sono spesso esposti in mostre internazionali. Ha girato un docufilm sul suo avo, presentato nel 2018 al Festival del Cinema di Roma e ambientato in una Roma barocca e notturna. Nipote di un gentiluomo di antico stampo, è un arbiter alegantiae che ama vestirsi con gusto e misura. Lui è Fabiano Forti Bernini: l’intervista che segue è stata originariamente effettuata nel 2022 per il format “A tu per tu” in Fondazione Sangregorio.
Ha detto che l’art bonus è limitato
E’ una bellissima idea diventata legge, ma ha un limite. Si tratta di fondi destinati da soggetti pubblici privati verso beni pubblici e il limite è proprio questo: la persona fisica può fare una donazione per il restauro di un bene pubblico limitatamente al 15% del suo reddito imponibile e le imprese non commerciali hanno una limitazione del 5 per mille del loro fatturato. L’art bonus dovrebbe essere allargato a soggetti privati e aziende commerciali, perché dove non arriva il pubblico arriva il privato.
L’Italia è un museo a cielo aperto, ma perché non è al top mondiale nel settore del turismo e della cultura?
Dovrebbe essere in prima posizione in assoluto, con un distacco enorme rispetto alla seconda posizione. Bisognerebbe gestire il nostro patrimonio con i criteri del marketing d’impresa. Una cosa che ci manca è un’agenzia che gestisca tutto il nostro patrimonio culturale: sono sicuro che in quest’ottica torneremmo al primo posto.
Ha detto che il Ministero della Cultura dovrebbe chiamarsi Ministero del Tesoro dei Beni Culturali…
E’ un fatto di mentalità: già cambiargli il nome vorrebbe dire molto.
Cosa vuol dire per Lei vivere nell’arte?
Ho la fortuna di esserci nato. Ma dovremmo avere tutti questa consapevolezza. Quante volte non redarguiamo chi devasta i nostri monumenti?
Gianlorenzo Bernini fu un artista di fama internazionale: lei che consiglio darebbe a un giovane artista?
All’epoca come adesso era fondamentale avere le giuste connessioni. Ovviamente dobbiamo partire dalla qualità e dalla bravura, quindi consiglio a chi ha le capacità di farsi seguire in quel circuito che determina la fortuna di un artista.
E’ meglio avere un Banksy o un Guercino nella propria collezione?
Direi banalmente entrambi. Sarebbe l’ideale. Personalmente comprerei un Guercino con il cuore e un Banksy con il portafogli.
A un’asta del 2007 riuscì ad adocchiare proprio un Guercino e disse che fu merito del suo occhio: con quest’occhio ci si nasce o bisogna allenarsi?
Un po’ ci si nasce, ma l’occhio va allenato in maniera costante vedendo mostre e studiando. Ma conosco storici e galleristi che non hanno occhio, quindi un po’ ci si nasce.
Le opere di Bernini hanno cambiato il volto di Roma: se Lei potesse affidare questo incarico a qualche artista contemporaneo, chi sceglierebbe?
Intanto bisognerebbe trovare dei mecenati visionari. E poi degli artisti che potessero realizzare queste visioni e cambiare il volto di una città. Mi riservo di pensarci un po’!
Che cosa rivive in Lei del Suo avo?
Magari potessi avere le sue qualità! Però forse ci unisce il desiderio di tramandare ai posteri la nostra memoria.
E’ nota la rivalità fra Bernini e Borromini…
Due geni alla pari, ma in architettura Borromini era certamente superiore a Bernini.
Finanza e arte: secondo Lei il mercato dell’arte è come la Borsa?
Sono due cose diverse, le quotazioni finanziari si poggiano su fondamenti reali di aziende e bilanci, le quotazioni dell’arte si basano su altri fondamenti. Ci sono artisti solidi come le “blue chips”, mentre gli artisti contemporanei li definirei come dei “derivati”, quindi un po’ più “rischiosi”.
Cos’è per Lei l’eleganza?
L’eleganza per me è sentirsi a proprio agio in ogni circostanza. Eleganza è sobrietà e semplicità. Una donna con dei semplici sandali e un pareo può essere elegantissima.
Com’è nato il Suo amore per l’arte?
E’ un amore nato tanti anni fa vedendo le prime mostre e comprando i primi quadri. Con il famoso “occhio” di prima, in contatto con tante persone di cultura.
L’arte l’ha sempre comprata o l’ha anche regalata?
Per adesso solo acquistata. Ma in futuro mi farebbe piacere donarla.
Se uno dei Suoi figli Le dicesse “Papà voglio fare l’artista”?
Perché no, intanto bisogna vedere se ha capacità artistiche. Mi auguro che possa permetterselo!