“Vacanze di Natale sessista e volgare”? Ma mi faccia il piacere!

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Vacanze di Natale “sessista e volgare”? Il New York Times si dedichi a problemi più gravi che li riguardano. A pochi giorni dall’anniversario dei 40 anni di uscita del film Vacanze di Natale, dei fratelli Vanzina prodotto da Filmauro insieme con Luigi e Aurelio de Laurentis,

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ecco che ritorna l’allarme “maschilismo, populismo, sessismo” e insomma la solita tiritera woke annoiata e noiosa. Ma il New York Times proprio non ha nient’altro di cui parlare?

La polemica è di Jason Horowitz, capo della redazione Italiana del New York Times, che sceglie come meta delle sue vacanze di fine anno 2023, (guarda caso), proprio la ‘sessista’ Cortina, imbattendosi di conseguenza nelle celebrazioni di quest’anno del film “Vacanze di Natale”. L’accusa sarebbe quella di essere un film con “umorismo da toilette, sessismo e consumismo”. Che noia diremmo noi.

A proposito di consumismo, se il signor Horowitz intende che il film in questione è campione d’incassi, è amato da sempre da tutto il pubblico italiano, ha lanciato gli interpreti tra i più apprezzati del cinema nostrano, da 40 anni diverte ricchi e poveri, maschi e femmine, grandi e bambini, diventando cult e subito creando un vero e proprio genere cinematografico riconosciuto da tutti oggi con il nome di “cinepanettone”, beh allora sì, siamo d’accordo con lui. Ma se così non fosse, e così non è ahimè, invece ci dichiariamo subito ben lontani dalle accuse sterili del newyorkese avanguardista ed invitiamo tutti a fare lo stesso e, se proprio, a riderne veracemente.

Perché se solo si potesse tornare invece a quell’Italia leggera, dissacrante ed autoironica che nulla o nessuno ha mai offeso, ma che al contrario ha invece saputo regalare quella spensierata capacità di ridere, scherzare e non prendersi troppo sul serio, ah come sarebbe ‘na bella cafonata’!

Che poi, nessuno ha mai obbligato il signor Horowitz a scegliere Cortina come meta turistica, (forse al posto suo avremmo scelto coerentemente mete più progressiste e meno populiste), e soprattutto nessuno lo obbliga a guardare il film e a ridere di un’ironia troppo ‘becera e sessista’ per il suo gusto sopraffino. D’altronde noi siamo sostenitori veri delle libertà di pensiero e di espressione, di conseguenza lui a Natale scegliesse pure film più impegnati che alle battute dell’avvocato Covelli ci ridiamo noi italiani stupidotti e volgarotti!

Occhio ad essere troppo corretti, che poi si perde il bello della vita! E così anche questa polemica, ah no, questo Natale “se lo semo levato dalle palle!” Saluti! Sempre e solo ‘delicatisssimi’!