Suor Aisha de Il Bar Stella:”Scrivo scioglilingua per dare sfogo alla follia”

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Mirea Flavia Stellato, ha riempito il piccolo schermo con il personaggio di suor Aisha, una novizia che parla un latino maccheronico, tra i protagonisti della stagione finale di Bar Stella condotto da Stefano De Martino. Influencer, attrice (ha recitato con Vincenzo Salemme), giornalista e creator è seguitissima sui social media grazie alla sua sorprendente comicità e ai suoi divertenti scioglilingua. Mirea Flavia Stellato si è raccontato al Giornale OFF in questa intervista.

Com’è nato il personaggio di Suor Aisha?

È stata una prodezza degli autori (Riccardo cassini, Stefano Andreoli, Giorgio Cappozzo e Francesco Velonà) che ringrazio. Prima dell’inizio del “Bar Stella”, uno degli ultimi video da me pubblicati è stato uno storylingua (scioglilingua a tema) in latino. Se vi state chiedendo come incanalo la mia follia, ecco, così: mi diverto a scrivere scioglilingua. Provate a dare uno spunto a quegli autori e… voilà, il gioco è fatto, mi hanno cucito il personaggio addosso.

Che tipo di rapporto hai instaurato con il cast? E com’è lavorare con Stefano De Martino?

È stato il “dietro le quinte” più gioviale e più sereno, artisticamente produttivo, di sempre. Il cast in due parole: professionalità e complicità fuse alla perfezione. De Martino mi ha dato subito l’impressione di avere la consapevolezza dei traguardi raggiunti, con talento e impegno. E questa consapevolezza gli conserva un atteggiamento umile e propositivo. Secondo me, questa è una delle chiavi di questo mestiere e della vita in genere.

Quella a cui hai partecipato è l’ultima stagione di Bar Stella. Che sensazione ti dà aver fatto parte del cast di un format che non andrà più in onda?

Da buona scaramantica napoletana mi sono un po’ preoccupata quando l’ho saputo: vuoi vedere che ho portato “male”? Scherzi a parte, tutto scorre… come dal beccuccio della moka. Chiuso il Bar Stella, magari si apre un ristorante… stellato, chi può dirlo?

In passato sei stata sul set con Vincenzo Salemme

È il mio papà artistico, dico sempre che Vincenzo è uno scultore di personaggi e aver fatto parte delle sue creazioni mi fa sentire fortunata ogni volta che ci penso.

Che tipo di formazione hai?

Una formazione classica, cioè liceo classico, università-comunicazione e formazione, master, ecc. Non ho l’ Accademia d’Arte Drammatica, né scuole di recitazione. Non riesco a etichettare la mia formazione. Le mie curiosità e creatività, spesso, mi portano a sconfinare da un campo all’altro. Ovviamente poi mi perdo e cerco la bussola. Riconosco, però, che aver seguito questo percorso di studi mi ha conferito sicurezza nell’approccio alle realtà che mi circondano.

Un personaggio femminile del cinema che potresti definire la tua musa ispiratrice?

Non ce l’ho. Ho soggezione a riferirmi a personaggi, miti, riconosciuti e stimati dalla comunità. Potrei dire Sophia Loren (ma con lei c’è proprio un legame emotivo perché l’ho intervistata e mi ha segnata). In effetti la mia prima passione è stata il giornalismo; forse perché volevo viaggiare, vedere, fare domande e raccontare. Ancora oggi queste cose mi smuovono.

L’ultimo film visto?

Ti posso dire l’ultimo film rivisto: “la migliore offerta”, di Tornatore. Dopo la fine del film, per qualche minuto non parli, il silenzio aiuta la sedimentazione.

Televisione, cinema e teatro qual è il mondo che ti affascina di più?

Sono facce di uno stesso dado. Capisco quella che mi affascina di più nel momento in cui lo lancio. Ma la vera domanda che mi pongo è: in quale riesco. Questo me lo devono dire gli altri.

Che progetti hai per il futuro?

Io ho difficoltà a vedermi nel futuro, addirittura non mi vedo da qui a tre mesi, è una mia disposizione interiore. Posso dire che a gennaio presenterò la mia tesi al Master in Geopolitica alla Sapienza di Roma, che dio me la mandi buona.