Con Roberto Rocchi all’ADI Design di Milano il marmo s’illumina di colori

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Inaugura oggi, sabato 13 gennaio all’ADI Museo Design di Milano alle ore 18 la mostra personale di Roberto Rocchi, L’eterno in divenire, a cura di Paolo Asti e con testo critico di Angelo Crespi.

Nella cornice del prestigioso museo, nato dal recupero di un luogo storico milanese degli anni ’30, attorno all’intero repertorio di progetti appartenenti alla Collezione storica del Compasso d’Oro, premio nato nel 1954 da un’idea di Giò Ponti per valorizzare la qualità del design made in Italy, utilizzato in passato sia come deposito di tram a cavallo, sia come impianto di distribuzione di energia elettrica e aperto a spazio museale nel maggio del 2021, saranno ospitate 14 sculture di Roberto Rocchi, che vive e lavora tra Massa Carrara e Milano. Le opere esposte sono il frutto di un’intensa ricerca compiuta dall’artista negli ultimi dieci anni e alcune di esse appositamente realizzate per la mostra, come quella che ne da il titolo, L’eterno in divenire.

«Per Rocchi il marmo, ridotto a foglio, assume il sapore del tessuto in cui, grazie all’uso sapiente della luce, crea la sua tavolozza di colori, dando così contemporaneità a quell’essere, fatto di luce che, ancora una volta, nel divenire, ci conduce all’eterno. L’opera Materia, in cui lo scultore toscano intreccia abilmente marmo, resina e led, arde dell’anima del suo essere, la luce, dissolvendosi davanti alla pietra, ci rammenta l’illusione del vivere e il monito, a cui ci richiama Emanuele Severino, che «solo la pura luce dell’essere è eternamente», scrive il curatore della mostra Paolo Asti nel catalogo di sala edito come Vademecum del Giornale dell’Arte.

Quale migliore location per opere come Dialogo, Pentagono con quadrato, Rosso sospeso e altre ancora in cui il marmo statuario di Carrara e quello di Thassos, si uniscono, nella ricerca di Rocchi, con ferro, acciaio, resine e led colorati. Nell’opera di Rocchi si realizza così un manufatto che è un’espressione frutto di una progettualità complessa in cui si manifesta il presente e si guarda al futuro, al divenire appunto, in una dimensione che, grazie all’ arte, crea una relazione tra uomo (es-sere appunto) e società, senza alcuna pre codificazione, così da stupirci fin dal primo sguardo –conclude Asti, facendo rife- rimento all’abbinamento tra il luogo e le opere di Rocchi.

«Heidegger e poi Ernst Jünger, in conversazione tra di loro, individuavano nella luce l’elemento scatenante la verità, che è nel suo etimo greco “la svelata”, la luce in grado di togliere il velo, o di sfoltire il buio del bosco e di creare radure dove l’essere finalmente può numinosamente apparire. Mi pare questo il merito più grande di Roberto Rocchi le cui installazionisono macchine perfette dello svelamento che è poetico oltre che plastico; specie quando potrebbero riferirsi all’arte pro- grammata, per il rigore e l’essenzialità delle forme, acquistano una inattesa forza lirica, talvolta drammatica, in alcune affiora una vena perfino surrealista, in altre una tensione tellurica, grazie alla luce che sapientemente le irrora e ne esalta i contorni. C’è una crepa in ogni cosa, e da lì entra la luce” è uno dei versi indimenticabili del poeta e folksinger Leonard Cohen, che potrebbe circoscrivere le sculture di Rocchi in cui non è chiaro se la luce venga assorbita all’interno oppure da esso promani, scaturisca in forza di un qualche principio regolatore. D’altro canto la partita che si gioca non è solo quella del contrasto buio/chiaro, semmai la più sfidante è quella tra pesantezza e leggerezza, tra superficie levigata e terrosa, tra movimento e stasi, in cerca del perfetto equilibrio da cui traluce la bellezza», scrive nel suo testo critico Angelo Crespi.

Biografia

Roberto Rocchi nasce nel 1962 a Verbania. Si forma nella città di Carrara dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Attualmente docente di Scultura presso l ‘Accademia di Belle Arti di Carrara, ha insegnato nelle Accademie di Napoli, Bologna e Milano dove è stato Direttore della Scuola di Scultura nel periodo 2016 / 2019. Oltre alle diverse esposizioni in Italia e all’estero, vince nel 1986 il premio per Giovani Artisti Italiani dell’Università Internazionale dell’Arte U A di Firenze, esponendo a Palazzo Strozzi. Alcune sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti della Galleria d’Arte Moderna e Contem- poranea Raffaele De Grada di San Gimignano, Italia, e nel Het Depot Museum di Wageningem Am- sterdam, Olanda, dove nel 2012 viene invitato ad inaugurare con una sua personale il nuovo Museo. Nel 2015 è presente per l’arte italiana all’ International Sculpture in Seul, Corea del Sud. Ha tenuto seminari sulla Scultura presso la Governmant Gao Carving, Quyang, Cina e la Taipei National Univer- sity of the Arts, Taiwan. Le sue opere sono presenti in spazi pubblici e collezioni private
Si sono interessati al suo lavoro (in ordine cronologico): Lucio Del Gobbo, Daniele Grosso Ferrando, Anna Laghi, Carlo Ludovico Ragghianti, Pier Carlo Santini,Tommaso Paloscia, Antonello Trombadori, Mario De Micheli, Nicola Miceli, Gerard Birkhofer, Mariano Apa, Massimo Bertozzi, Dino Carlesi, Lo- redana Rea, Floriano De Santi, Claudio Giumelli, Flaminio Gualdoni, Maria Mancini, Valerio Dehò, Claudio Cerritelli, Cristina Muccioli, Paolo Asti, Angelo Crespi.

Roberto Rocchi “L’eterno in divenire”
ADI Museum Milano
dal 14 gennaio al 13 febbraio 2024

opening sabato 13 gennaio ore 18.00
ingresso da via Ceresio 7 – Via Bramante 42 – Piazzale Cimitero Monumentale, Milano

Per informazioni [email protected] – t. 393 33 28 205