Da Roma al Sud: gli autori delle grandi colonne sonore in Suggestioni dal set

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Un evento, una storia che intreccia pubblico e privato, Suggestioni dal Set format sullo spettacolo e i suoi protagonisti, ideato e condotto dal giornalista messinese Marco Bonardelli, ha festeggiato il traguardo della decima edizione alla Festa del Cinema di Roma, presso lo Spazio Lazio Terra di Cinema, all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

Da Roma al Sud, un ponte in musica la tematica del dibattito che ha ospitato alcuni tra i più importanti autori di musiche da film, per commentare quell’aspetto impalpabile delle immagini che fissa il ricordo alle emozioni.

“Colonne sonore di capolavori diventate colonne sonore della nostra vita”, ha detto Bonardelli, che in apertura, sulle immagini delle precedenti edizioni, ha ricordato la genesi del format, strettamente collegata all’elaborazione del lutto per la scomparsa del padre Francesco, giornalista e critico letterario di Gazzetta del Sud: ”Quando hai dentro un una sofferenza così forte, il confronto è fondamentale, soprattutto quello interno con ciò che possa dare un nuovo senso alla vita. Poi il passaggio dall’interno all’esterno è conseguenziale. Dalle singole interviste al dibattito per offrire una cornice tematica a quel dialogo a più voci”.  Sulle immagini della saga di Diabolik Pivio, Presidente dell’ACMF – Associazione Compositori Musica per Film, che ha patrocinato l’evento promosso anche quest’anno da Suggestioni Press.

Autore delle musiche per la trilogia dei Manetti Bros tratta dal fumetto cult delle sorelle Giussani, il compositore genovese svela una musica che si evolve con i vari capitoli passando da una composizione per orchestra con 60 elementi nel primo, ad una direzione prog anni Settanta per il secondo, e un R&B e funky con elementi noir tipici degli anni Cinquanta nel terzo capitolo. Maurizio Filardo, autore delle musiche di “Tutta colpa di Freud” di Paolo Genovese, nasce come produttore musicale e proprio quando aveva deciso di cambiare rotta viene chiamato dal regista romano, con cui iniziata il sodalizio che dura ancora oggi.

La sua musica leggera, di buon umore, è coerente con una nuova fase della vita. Filardo che continuerà a firmare altre musiche per Genovese, tra cui quelle di “Perfetti sconosciuti” e “The Place”, fino a “I Leoni di Sicilia”, la serie Disney+ sulla famiglia Florio tratta dai romanzi best seller di Stefania Auci. Diversa la genesi musicale de “L’ultimo bacio”, firmata Paolo Buonvino, autore d’elezione di Gabriele Muccino, che svela essere stato anche autore del titolo del film, sostituito a quello meno suggestivo della sceneggiatura “Non sono pensieri carini”. L’ispirazione un brano di Carmen Consoli, “L’ultimo bacio”, di cui curava gli archi nell’album della Cantantessa “Stato di necessità” (2000). Tra le sue recenti creazioni, la colonna sonora della serie “Il Gattopardo” per Netflix. Nessun timore del confrontato con Nino Rota, compositore per l’omonimo capolavoro di Luchino Visconti:”Ogni autore è un artista, e l’arte è composta da singole unicità che si esprimono“.

Sulle immagini de “La stranezza” di Roberto Andò, Michele Braga racconta i suoi inizi da autodidatta e la formazione con lezioni private, e svela: “Questa in particolare è una composizione che trae spunto dagli strumenti della tradizione popolare quali la mandòla e il mandolino tipici di Roma e del Lazio”. Sue anche le colonne sonore di “Lo chiamavano Jeeg Robot” e “Freaks out” entrambi di Gabriele Mainetti. Una famiglia di artisti quella da cui proviene Giuliano Taviani, che avrebbe voluto seguire le orme della regia, ma a 19 anni scopre la passione per la musica che lo libera dal fardello familiare. Autore, tra l’altro, delle musiche di “Figli” di Giuseppe Bonito, a cui è particolarmente legato per l’amicizia che lo univa allo sceneggiatore del film Mattia Torre, storico autore di “Boris”, scomparso prematuramente nel 2019. Definisce la sua musica “epica e gloriosa”, tipica del “dramedy”, malinconica e allegra, con elementi jazz. Figlio d’arte anche Andrea Guerra, compositore per i film di Ferzan Özpetek, che racconta dei suoi inizi con la produzione di musiche per documentari sottomarini, prima della collaborazione col cineasta turco da “Le fate ignoranti” in poi:”Un regista che non ha paura di sconvolgere la sceneggiatura per restituire, anche attraverso la musica, un capolavoro”, dice di lui. Chiusura in allegria sulle note di “Trinity”, riproposizione del celebre tema di “Lo chiamavano Trinità” di Franco Micalizzi, storico autore per Corbucci, Lenzi e Del Balzo, che tra ironia e verità ha raccontando i retroscena di quella che fu la sua prima collaborazione artistica.