Conte conquista il Tempio della lirica, ovazione al Teatro Alla Scala

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“Il maestro è nell’anima e dentro l’anima per sempre resterà…” sono le parole con cui inizia il brano Il maestro. Questa la sensazione del pubblico che ha acclamato, per l’intero concerto,  Paolo Conte, ieri sera, sul palco del Teatro La Scala di Milano. Un evento che, nei giorni scorsi, ha suscitato scalpore, ritenendolo una profanazione del “Tempio della lirica”.

Ma ieri, l’entusiasmo del pubblico, tra questi anche il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e il premio Oscar Sorrentino, ha dimostrato esattamente il contrario. Non una profanazione ma il meritato omaggio a un cantautore italiano che, con parole e musica, ha incantanto le platee dei più grandi teatri del mondo.

“Scendi pilota, scendi a bassa quota, che guardi meglio e possa raccontare cos’è che luccica sul grande mare… ” Aguaplano apre la serata trasportando il pubblico in un grande viaggio che ricorda l’aereo-poesia futurista, con un dinamismo segnato da una ritmica scandita da basso e batteria, capace di accompagnare le note che escono, una ad una, dalle mani del maestro al pianoforte.

Nonostante “le donne odiano il Jazz – non si capisce il motivo” il pubblico femminile si spella le mani dopo ogni brano, mentre platea e palchi scattano in piedi. E’ una serata che vola via, un brano dopo l’altro. Ma come non citare la vera e propria performance di un musicista dopo l’altro durante “Diavolo Rosso”? In cui fisarmionica, violino, vibrafono, clarino, si danno il cambio sostenuti dalle chitarre impegnate, minuto dopo minuto, a dare il senso della pedalata del campione del ciclismo Giovanni Gerbi a cui il brano è dedicato. Per tutto il concerto è una gioco di luci e di ombre a illuminare l’avanzare, l’alzarsi per raggiungere il microfono e il sedersi al pianoforte di Conte. E’ puro swing che finalmente mi depura da Sanremo.