“Campus Martius” viaggio trascendentale che celebra la bellezza dell’Ara Pacis

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Sarà in mostra fino al 29 aprile Campus Martius dell’artista polacca Margherita Lipinska presso la Sala del Cenacolo, Camera dei Deputati. Un allestimento presentato all’interno del palinsesto delle operazioni culturali dedicate al Natale di Roma e delle mostre istituzionali nello spazio espositivo della Sala del Cenacolo, di Palazzo Valdina, tra le sedi storiche della Camera dei Deputati.

L’Antico come classico, come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente, un antico reinterpretato nelle linee dell’oggi in una prospettiva decisamente tardo moderna. Campus Martius esalta anche la bellezza dell’Ara Pacis (Altare della Pace), del Senato per celebrare l’istituzione della pace romana ad opera di Augusto. Su tali presupposti l’artista vuole narrare attraverso la storia, i luoghi della memoria e le nobili iconografie, considerate da sempre le piu belle del nostro patrimonio storico – artistico. Si tratta di un percorso fatto di riflessioni e racconti nella Grecia ellenistica e nella Roma antica.

La mostra, presentata dall’On. Federico Mollicone, “intende rappresentare, attraverso l’esposizione delle sedici opere d’arte, un viaggio trascendentale attraverso l’iconografia antica, ripercorrendo la storia dall’eleganza della figura di Ara e dei suoi elementi decorativi situata al centro di piazza Campo Marzio, di Ares, Achille, Atena, Antinoo, della Venere alla storia dell’antica Roma con la gloriosa iconografia dell’imperatore Augusto, di Marco Aurelio fino ad arrivare all’ astrazione dell’arte contemporanea”, spiega Carmen D’Antonino, curatrice della mostra e critica d’arte.

 Margherita Lipinska dal 1991 vive a Roma dove svolge l’attività artistica ed ha partecipato ad importanti Fiere d’Arte tra le quali quelle di Genova, Padova e Lussemburgo con le Gallerie Spazio Anna Breda di Padova, Gall’ Art, Galleria Ashanti e Galleria Tiber di Roma, ed e seguita dalla Galleria Spazio Arte Petrecca di Isernia.

“Partendo da queste nobili iconografie, l’artista si sofferma con minuzia sulla storia di Campo Marzio o “Campo di Marte”, zona pubblica di Roma antica, accessibile dall’esterno tramite la via Flaminia ed oggi luogo che ospita il complesso di Vicolo Valdina. L’imitazione della Classicità che in maniera più o meno evidente aveva sino ad ora accompagnato la stesura di opere che si rifanno al passato mitologico della cultura europea, ha ceduto il posto a una rilettura più esistenziale che deriva soprattutto da un nuovo approccio di natura antropologica al Mito. Su questo si basa il percorso di Margherita Lipinska con riflessioni mitiche che partono dall’eleganza dell’arte greca tra il V e il IV sec, periodo in cui la produzione artistica raggiunse un particolare livello di eccellenza, riprendendo i grandi Maestri del passato (Policleto, Fidia e Prassitele) e la profondità di alcune citazioni come quelle di Goethe e Winckelmann presenti all’interno del percorso espositivo”.

Che cos’e il tempo? E che cosa significa poi quel tempo che diventa storia, prima di trapassare nel mito? E’ questa la domanda fondamentale a cui risponde la pittura di Margherita Lipinska. Il mythos greco è nel suo etimo, narrazione, racconto, storia.  Il mito e la storia di quegli esseri che, per vari motivi, superano, anche temporaneamente, la semplice condizione umana e, quindi, compiono opere straordinarie e inimmaginabili per gli altri, legati al piolo dell’istante e schiavi dei loro limiti fisici, intellettuali, morali. Una pittura terapeutica quindi, quella di Margherita Lipinska. “Il mito e sempre ambiguo, nasce dal Caos come tutti noi, e anche gli Dei non sfuggono a questa regola, non e mai idilliaco o celebrativo, ma e proprio per questo che e una via sapienziale, un modo di comprensione e di viaggio verso l’alto per tutti, in ogni epoca”.