“Io e (il) Mostro” un libro che racconta il nostro mondo interiore

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Io e il mostro è il primo libro di Roberta Guzzardi. Illustratrice e Psicoterapeuta, calabrese d’origine e romana di adozione. Un libro che accorcia le distanze ci tiene stretti alle nostre emotività e lo fa parlandoci di lei, regalandoci parti dei suoi processi interiori.

Ogni capitolo è un inizio. Un punto su cui riflettere, interrogarsi o semplicemente leggersi nei dialoghi illustrati tra una ragazzina e il suo Mostro, “per imparare a guardare in faccia le nostre ombre e poterle, così, illuminare.” Tutto segue un ordine, una linea, una strada. Sulla quale è facile ritrovarsi perché ha come condizione principale la consapevolezza di un vissuto emotivo con importati tratti comuni, universali, umani. Dedicato a chi ha combattuto un Mostro interiore, a chi continua a porsi domande e non si accontenta delle risposte superficiali, a chi si sente al sicuro nel suo “casino”, a chi ha imparato ad abitarlo ed ha compreso che non è poi così male, quando hai trovato un tuo modo di starci dentro. Un libro che diventa una partita da giocare sullo stesso campo, allenando il quoziente emotivo per avere un nido accogliente di condivisione. La solitudine è il primo tempo, apprezzarne il valore catartico, comprenderne l’importanza e saperla conquistare, può essere un momento di crescita.

Stare da soli non è semplice ma diventa a volte un ottimo modo per ascoltarsi. La solitudine come opportunità di crescita interiore, quando diventa una scelta è fonte di forza, di voglia di conoscere se stessi, e anche sintomo di creatività. Roberta racconta la sua esperienza durante il cammino di Santiago, grazie al quale ha avuto modo di guardarsi dentro, di scoprire sfaccettature che non sapeva di avere e di essere illuminata da una grande verità: “La vita è fatta di relazioni”.

“Crediamo di essere autosufficienti, indipendenti, superiori, a volte, ma arriverà sempre il giorno in cui non ce la faremo. Quel giorno, ciò che ci salverà la vita saranno le persone che avremo intorno. Conosciute o sconosciute che siano. Perché alla vita piace aiutarci così: attraverso gli altri.”

I pensieri di Roberta arrivano diretti e trovano una forma, una loro identità, nei suoi disegni che veicolano benessere e ci ricordano che alcune vulnerabilità, alcune stranezze, non bisogna censurarle. Manifestarle è solo un modo per rendere presenti a noi stessi ciò che stiamo veramente cercando anche quando “il sacco delle esperienze non è comprensibile.” Quando ci sembra che il cambiamento sia una spirale che ci fa credere di non aver imparato nulla dal passato. “E bisogna acquisire fiducia nelle proprie capacità, trovare il coraggio di osare, di sbagliare, di fallire, ma soprattutto quello di riuscire.”

“Il crollo delle sovrastrutture di cui ci ricopriamo, dei ruoli, dei futuri “perfetti” che abbiamo in testa e per i quali siamo disposti a sacrificare tempo, energia, salute e relazioni, è l’unica cosa che può davvero salvarci la vita, perché i castelli di carta che costruiamo per tentare di essere felici troppo facilmente si trasformano in severi padroni.”

L’amore diventa il banco di prova per vedere quanto teniamo ai nostri desideri. Resta un mistero, del quale è più facile definire cosa non è. Ma a un certo punto va lasciato andare, se smette di stupirci diventa un’illusione. Così ci rifugiamo nella delusione, nelle giornate storte, nelle vecchie ferite rimaste aperte, per questo quando si parla di amore si parla di rivoluzione.

Viva i momenti in cui ci scontriamo, finalmente con la realtà e i nostri autoinganni e le nostre illusioni si sfaldano! Perché quando lo fanno, le cose non tornano più come prima, ed è allora che diventiamo davvero liberi di scegliere e di scoprire se siamo in grado di amare e di essere amati, per quello che siamo, così come siamo.”

Delusione e nostalgia insieme intessono il vissuto quotidiano, ma la nostalgia può anche diventare una consigliera in base alla direzione che le concediamo dopo aver ricevuto la sua visita. Un tempo supplementare, quello che a volte ci fa soffrire la partita. Lo stesso che ci ha accompagnato nell’isolamento del Covid, quando avevamo perso il carattere spavaldo dell’attesa per l’inizio di una nuova settimana, e ogni giorno somigliava all’altro, livellati dalla stessa paura. Ma c’è stata una cosa che abbiamo assaggiato durante questo periodo, la possibilità di stare sotto determinate pressioni. Pressioni che tendono a farci amalgamare a dei prototipi di comportamento, di ritmi ai quali vivere, di aspettative da avere. Grazie alle quali abbiamo scoperto cosa ci fa stare bene e cosa ci fa stare male, per continuare strade già intraprese o cambiare direzione.

Roberta Guzzardi su instagram è rob_art_illustrazioni, con “Io e (il) Mostro” edito Fabbri, ha creato una vera e propria linea guida per guardarci dentro senza avere paura. Le sue risposte sono anche le nostre. Difficoltà, emozioni, dubbi e sentimenti che ci fanno sentire meno soli. Un libro che aiuta, apre le porte, accoglie e ci ricorda “quella parte di noi difficile da accettare, ma che nasconde saggezza e ispirazione per affrontare la vita.”