La nuova stagione del Teatro Sala Umberto apre con Il Sistema di Sylos Labini

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Edoardo Sylos Labini porta sulle tavole del Teatro Sala Umberto Il Sistema, scritto dall’ex giudice Luca Palamara insieme ad Alessandro Sallusti e adattato per il teatro da Angelo Crespi. Uno spettacolo che, come il bestseller dal quale è tratto, mostra con forte audacia le verità nascoste dietro alla grande notte del sogno italico, svelando cosa si cela dietro gli ultimi 25 anni della storia politica del bel paese. L’opera, in scena dal 21 al 25 settembre, aprirà la nuova stagione del Sala Umberto proponendo un tema, oltre che un testo, molto caldo e costantemente al centro di uno scontro di potere tra le istituzioni: la giustizia.  

Il tema della giustizia riguarda tutti noi, ogni singolo cittadino, non soltanto un magistrato o un politico perché purtroppo capita spesso che i singoli cittadini siano vittime di un potere enorme come quello della malagiustizia. Allora questo spettacolo vuole sensibilizzare l’opinione pubblica al tema di una giustizia sana. Non è un’opera contro la magistratura, anzi, è un’esortazione alla maggior parte dei magistrati che sono puliti a far sentire la propria voce e andare contro il correntismo che dura da troppo tempo e che ha decretato il crollo di tutti i governi degli ultimi venticinque anni di storia italiana.

Queste le parole di Edoardo Sylos Labini, che oltre a ricoprire il ruolo di protagonista ne cura la regia, durante la presentazione della stagione teatrale 2021/2022.

Ha poi concluso dicendo:”E’ uno spettacolo che farà discutere ma non ho voluto incorniciarlo con un tono colto anzi ho deciso di dargli un taglio popolare, arricchendolo di immagini televisive che fornite da Rai Teche.

 Con Labini in scena ci sarà Simone Guarany. Scene e costumi sono a cura di Laura Giannisi, le musiche originali invece sono firmate da Giacomo Vezzanir. Al termine di ogni recita seguiranno dibattiti sui temi sollevati alla presenza di Sallusti, Palamara, Sgarbi e tanti altri. L’intera stagione del Sala Umberto forma un grande quadro eterogeneo ed equilibrato, contenendo degli spettacoli che consentono agli spettatori di avvicinarsi ai diversi generi, 27 proposte, presentate con una lunga carrellata dal direttore artistico Alessandro Longobardi – che annuncia a breve il ‘bis’ con il programma stagionale del teatro Brancaccio – dopo il saluto istituzionale dell’assessora alla cultura di Roma Capitale, Lorenza Fruci, e della presidente del primo Municipio del centro storico, Sabrina Alfonsi.

Ci auguriamo che seguendo tutte le normative anti-covid si possa ritornare a teatro, anche perché questa sala, come al Brancaccio, ha avuto un intervento sull’impianto di gestione dell’aria inserendo delle lampade ultraviolette che consentono di abbattere i batteri tra il 90-99% e con la sanificazione dei filtri e la gestione della mandata di aria diretta che consente di abbattere con una buona percentuale anche il covid-19.

Così Longobardi ha introdotto la conferenza stampa svoltasi il 15 settembre.  Saranno presenti molti classici intramontabili durante l’anno, come L’UOMO LA BESTIA E LA VIRTÙ di Luigi Pirandello, in scena dal 28 settembre al 10 ottobre con la regia di Giancarlo Nicoletti Cristina Todaro, Alessandro Giova, Alex Angelini, Alessandro Solombrino, Giacomo Costa. L’ultimo lavoro del cantautore-attore Simone Cristicchi PARADISO DALLE TENEBRE ALLA LUCE, in scena dal 22 marzo al 3 aprile.

Cristicchi ha scritto l’opera in collaborazione con Manfredi Rutelli ed è co-autore, con Valter Sivilotti, delle musiche originali, oltre a firmare canzoni e regia. Lo spettacolo, patrocinato dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri , ha debuttato il 23 luglio scorso a San Miniato (PI), quale momento culminante della 75esima edizione della Festa del Teatro organizzata dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare.  Vi è inoltre un numero di compagnie insolito che è stato ampliato sia per consentire a più soggetti di tornare al lavoro che per ridurre i costi e rischi delle produzioni. Al centro delle linee guida la donna e la condizione femminile sia in termini di emancipazione che nelle figure fragili e quindi più esposte ai soprusi.

Tra questi, FIORI DI ACCIAIO, di Robert Harling, in scena dall’8 al 20 febbraio con la regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado. Un riadattamento della versione cinematografica di un grande romanzo di formazione. Interpretato da un cast  tutto al femminile: Tosca D’Aquino, Rocío Muñoz Morales, Emanuela Muni, Emy Bergamo, Giulia Weber e Martina Difonte. Tra loro anche Massimiliano Vado e Francesco Bellomo. In occasione del centenario della nascita di Giulietta Masina nel 1921, dal 1 al 6 marzo in scena GIULIETTA, adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan, regia di Valter Malosti, dal testo di Federico Fellini Giulietta, con Roberta Caronia. Prodotto dal Teatro Piemonte Europa, Giulietta è un racconto di cui Fellini stesso suggerì la stampa, in lingua tedesca, per l’editore svizzero Diogenes nel 1989. Si tratta della prima idea-soggetto di quello che nel 1965 diventerà il film Giulietta degli spiriti: un “trattamento”, ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura. Una sorta di film semilavorato. Scritto curiosamente tutto in soggettiva come un flusso di coscienza della protagonista.

 Tra i recuperi della stagione precedente, uno dei più ricercati è senza alcun dubbio EZRA IN GABBIA O IL CASO DI EZRA POUND scritto e diretto da Leonardo Petrillo,  con Mariano Rigillo e Cicci Rossini. Uno spettacolo basato sulle ossessioni, giustizia, libertà e usura che corrode il mondo l’ossessione dell’uomo Pound.  Chiude la stagione a fine maggio Barbara Foria con un nuovo testo VOLEVO NASCERE SCEMA! in fase di elaborazione per la regia da Claudio Insegno.  Nel suo nuovo one-woman-show, Barbara Foria mette in scena i dubbi esistenziali e i controsensi surreali che sorprendono una donna arrivata a quella che Dante chiamava “metà del cammino” e che le fanno desiderare di rinascere in una prossima vita con un atteggiamento più spensierato verso la realtà.