L’ultimo saluto a Raffaella Carrà

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ph. Michele Vanossi

Toccante, adrenalinico,  emozionante, organizzatissimo, educato, semplice, unico, commuovente. Non basterebbe lo spazio per descrivere l’ultimo saluto che oggi, la città di Roma e i cittadini di tutto il mondo hanno riservato alla stella delle stelle Raffaella Carrà.

Dopo tre giorni di lutto collettivo, la salma della regina della televisione italiana, scomparsa  a Roma il 5 luglio scorso a 78 anni, dal Campidoglio  (sede della camera ardente alla quale nei giorni scorsi e fino a questa mattina alle 11 hanno fatto visita fan, amici, colleghi di lavoro, personalità politiche, cantanti, attori, sportivi, persone comuni di ogni età e di ogni estrazione sociale), ha raggiunto la Basilica di Santa Maria in Aracoeli. Qui,  hanno preso il via (con una diretta su Raiuno) le celebrazioni del rito funebre dove erano presenti circa 200 persone tra famigliari, amici stretti, parenti, colaboratori, colleghi di lavoro, dirigenti Rai e alcuni politici.

Una folla di persone si è radunata nella piazza antistante la chiesa e ha accolto con un applauso l’arrivo del feretro (e così è stato anche dopo il termine della cerimonia).  La bara di legno  semplice –  tra le ultime volontà di Raffaella –  è stata posta ai piedi dell’altare, circondata da bellissime corone di fiori a forma di cuore omaggiate dalla sua seconda casa- la Rai – ma anche da parenti, amici, colleghi e collaboratori fidati (bellissimo il cuore rosso voluto da Sergio Japino e quello composto da rose gialle – il colore preferito dalla Carrà- firmato “Laura e famiglia”. Naturalmente si tratta di Laura Fattore, storico ufficio stampa della Carrà, con cui ha lavorato per quasi 20 anni con tanto rigore, professionalità, entusiasmo e discrezione). Bellissime e commuoventi  le parole di Simone Castaldi, frate della basilica di Santa Maria in Aracoeli che, insieme a quattro colleghi cappuccini di San Giovanni Rotondo (a cui la Carrà e anche il suo ex compagno Japino, devoti a Padre Pio, erano legati da un rapporto di amicizia) ha pronunciato fin dall’inizio della cerimonia funebre salutando “la famiglia di sangue e di cuore” riunita per l’artista. “Chissà se gli artisti – ha detto – sanno quanto bene fanno alle vite che toccano. Lei lo sapeva, ma se anche avesse avuto dubbi in questi giorni se li è levati, si è resa conto di tutto il bene che ha seminato, un bene senza bandiere e senza colore, come l’abbraccio che le stiamo dando. Facciamo in modo che quella di oggi sia davvero un’eucarestia, cioè un ringraziamento e una restituzione. In cielo sarà una festa ritrovarsi tutti insieme e proprio perché sarà una festa, sono sicuro che troveremo Raffaella lì, in prima fila». 

Padre Francesco Di Leo,al termine dell’omelia, ha anche rivelato la volontà espressa dalla stessa Raffaella di  fare portare l’urna  contenente le sue ceneri prima nella chiesa di Padre Pio e poi all’Argentario.

Si sono succedute le le parole della famiglia lette con commozione e gratitudine da Lorena Bianchetti, storica conduttrice della trasmissione “A sua Immagine” di Raiuno. «Che grande donna, che grande artista che grande persona.  Personaggio simbolo che ha scavalcato un secolo e un millennio. Forse solo ora vediamo quello che è è stata, un regalo”. E ha concluso affermando: “L’applauso -anche oggi – è tutto per te».  Uscendo dalla chiesa per accompagnare sul sagrato la semplice bara, anche i frati officianti si sono fermati ad applaudire. Scese le scalinate e giunto sulla piazza del Campidoglio (dove erano radunate anche le televisioni, i giornalisti, i fotografi provenienti da ogni parte del globo), dopo un lunghissimo e calorosissimo applauso, il pubblico ha voluto salutare l’artista romagnola intonando alcuni dei suoi successi sempreverdi come “Fiesta”, “Ballo Ballo”, “Tuca Tuca”. I fan hanno deciso di salutare la loro beniamina in un’atmosfera di commozione ma anche di allegria, gioia e serenità che erano soltanto alcune delle doti che contraddistinguevano l’inimitabile, irraggiungibile e trasversale Raffaella Carrà.