“Due correnti” il singolo di Katres, l’amore viscerale per la sua Sicilia

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Personalità, passione, eleganza. Si definisce una cantautrice, una mamma, una lavoratrice, una Donna che ogni giorno prova a dare il meglio in tutto quello che fa cercando di non perdere mai di vista se stessa e i suoi sogni.

Teresa Capuano, in arte Katres (anagramma del suo nome e cognome), nasce a Catania ma da sempre vive a Napoli. Scrive la sua prima canzone a 13 anni della quale ricorda, il titolo “Ego”, qualche strofa e parte del ritornello, un dialogo tra se e il suo io interiore. Nella scrittura ha sempre trovato una valvola di sfogo, un modo per esternare i suoi stati d’animo, un modo per trasformare curiosità e passione per la musica in un mondo fatto di note e suoni. “Quella della musica non è una strada che ho scelto, è sempre stata la MIA strada, non ho potuto far altro che percorrerla.”

Katres è essenzialmente “un tempo dentro la musica”, un tempo fatto di vibrazioni dell’anima. I suoi testi sono visivi, ci si perde in sequenze che si identificano in suggestioni che note e parole portano con sé. Una potente sinestesia che contamina la percezione. Vincitrice del Premio della Critica al Premio Stefano Rosso con il brano Gli occhi dei bambini e il Premio Best Songwriter del programma Demo di Radio 1 condotto da Michel Pergolani e Renato Marengo.

Ho sempre vissuto la musica come un qualcosa di molto personale, intimo infatti spesso nelle mie canzoni parlo in prima persona. Non credo di voler mandare nessun messaggio o almeno, quando mi fermo e inizio a scrivere non è quello il mio obiettivo.”

Una musica che diventa terapia. Una scrittura ispirata da ciò che vive, quello che ascolta, che sente, quello che la fa piangere e ridere. Mondi paralleli la cui interazione esiste nell’alternarsi di versi e ritornelli, fedeli alla struttura di un sentire simmetrico al suo stile di vita. “Due correnti” è il suo nuovo singolo, una produzione dal sound di respiro internazionale con contaminazioni che vanno dall’indie rock americano, al pop fino a toccare accenti di post rock sul finale. Una canzone che definisce un piccolo regalo per sua figlia Greta.

 “Isola delle correnti è da sempre uno dei posti del mio cuore, ed è una forte emozione andarci, attraversare le correnti, non so come spiegarlo ma è un luogo che mi ha sempre dato una carica energetica immensa. Una notte mi sono svegliata e ho iniziato a scrivere di getto sul telefonino il testo della canzone, non so come mi è venuto ma le parole si rincorrevano in questo stato di dormi/veglia e le scrivevo senza star lì a pensarci troppo, la similitudine tra le due correnti e me e mia figlia era lì, la scrivevo ma non saprei dire neanche come e quando l’ho elaborata. So solo che pensavo da qualche settimana di voler scrivere qualcosa che parlasse di Greta ma durante il giorno con la bimba di appena 6 mesi non riuscivo a trovare il tempo materiale per fermarmi e pensare. Le due correnti rappresentano due persone tanto diverse quanto simili, tanto indipendenti l’una dall’altra quanto necessarie l’una per l’altra, unite anche se distanti, innamorate l’una dell’altra anche nel momento dello scontro.”

Nel brano Katres si avvale della collaborazione di alcuni tra i più validi musicisti nell’attuale panorama italiano, Bruno Bevota, Caterina Bianco, Michele De Finis, Michelangelo Bencivenga, Riccardo Schmitt, Stefano Bruno.

“Riccardo è parte integrante della mia band, suoniamo insieme ormai da anni e la nostra collaborazione artistica è consolidata anche da una grande amicizia. Quando Ric è venuto in studio a registrare “due correnti” ho sentito subito che eravamo sulla stessa linea d’onda, volevo che la parte finale del pezzo esprimesse sia a livello emotivo che sonoro un qualcosa di potente ma allo stesso tempo poetico ed emozionante, lui è riuscito a rendere musica quella che per me era ancora un’emozione immaginata. Stesso discorso vale per Bruno Bavota, artista di fama mondiale che con la sua musica sta raggiungendo vette altissime. Bruno è un mio caro amico ed era un sogno collaborare con lui ma non avrei mai avuto il coraggio di chiedergli di suonare una mia canzone, fu lui, ascoltando il provino di due correnti a dirmi che se avessi voluto, avrebbe volentieri suonato nel pezzo, inutile provare a descrivere la mia emozione, avere la magia della sua musica in questa canzone è stato un regalo immenso.

Ormai lontana dal suo primo album “farfalle a Valvole”, Katres ci racconta come decide di vestire la sua vita, quella organizzata dalla parte di se più autentica, “ho senso musicalmente solo se posso esprimermi per quello che sono”, ci conduce nel suo mondo spinta dalla necessità di dover sciogliere quel groviglio, di emozioni e sensazioni che dopo due anni di silenzio era diventato “una bomba nel petto che doveva esplodere”.

Col tempo ho capito che tutto cambia tranne lo strato più profondo del nostro essere, quando mi perdo vado a guardare lì in fondo e ci trovo sempre una piccola me pronta a fiorire.”

Racconta la quotidianità e la musica diventa uno dei suoi modi preferiti di stare al mondo. Con se porta la profondità dei suoi mari e l’imponenza dei vulcani. Napoli e Catania sono entrambe la sua casa, il mare è per lei il simbolo del ritorno alla vita.

“Un figlio ti cambia, cambia la tua vita, cambia le tue priorità, sentivo il bisogno di raccontare e raccontarmi dopo questa evoluzione pazzesca e inaspettata e l’unico modo che avevo per farlo era la musica.”