Raffella Carrà, se ne va la regina della televisione italiana

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La Signora del piccolo schermo, Raffaella Carrà ci ha lasciati senza preavviso alcuno. L’annuncio della sua scomparsa è arrivato con un Twitt da chi meglio la conosceva nel privato, Sergio Japino, le cui toccanti parole dicono tanto su chi fosse la “show- girl”, termine veramente riduttivo per definire l’ampiezza delle attitudini artistiche della Carrà: “Raffaella ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”.

Inutile negarlo: Raffaella Carrà è stata un’icona del nostro tempo, un personaggio di una carica vitale ed energetica dirompente, non c’è settore artistico che non l’abbia vista impegnata se non in uno studio televisivo, in un set cinematografico, studio di registrazione, teatro. Ballerina, presentatrice, cantante, attrice…portatrice di buon umore, il suo indimenticabile caschetto biondo, simbolo che la sintetizza insieme al sorriso, aperto, sincero e rassicurante, ma capace anche di andare più in profondità.

Il suo nome è legato a programmi televisivi che hanno segnato la storia del nostro paese, almeno quella che dagli anni delle sue prime timide apparizione, sarà anche in una pellicola firmata dal regista Mario Bonnard, fino alla sua scomparsa, ha attraversato le trasformazioni socio- culturali italiane.  Con la sua verve romagnola ha illuminato le case degli italiani, da Nord a Sud, attraverso la televisione, prima in bianco e nero poi a colori; che fosse Venerdì, Sabato sera, Domenica o durante i giorni della settimana, i suoi programmi televisivi hanno regalato sorrisi, emozioni, gioia e premi a chi vi prendeva parte da casa.

“Pronto Raffaella” era il refrain che riecheggiava nelle nostre case, insieme al termine “carrambata” entrato prepotentemente nel nostro gergo per descrivere l’eccezionalità di un incontro con qualcuno di cui si erano perdute le tracce. Elencare qui titoli di sceneggiati, film, programmi tv e premi non sarebbe inutile ma sarebbe riduttivo visto la quantità di partecipazioni, di aneddoti legati al suo nome. Con chi non ha lavorato la Raffaella nazionale? da Corrado a Pippo Baudo, da Mike Bongiorno e…via, la lista sarebbe interminabile.

Ma Raffaella Carrà è ricordata anche per la sua grande sensibilità ed umanità nei confronti di persone bisognose. Corteggiata da Frank Sinatra, riconosciuta come sex- symbol dal The Guardian, con 60 mln di dischi venduti in tutto il mondo, legata sentimentalmente prima a Gianni Boncompagni e poi a Sergio Japino, Raffaella Carrà è stata ed è l’icona dell’italianità, che ha unito un paese diviso culturalmente e socialmente, distante da Nord a Sud. Del resto con brani musicali quali: Com’è bello far l’amore da Trieste in giù, era sintomatico il cambio di segno di un’Italia che stava mutando aspetto e costumi; con brani quali Tuca tuca, A far l’amore pensaci tu, ci fu una rottura in qualche modo, ma mai dimenticando il divertimento ed il buon gusto.

Il suo nome è principalmente legato alla RAI, con incursioni all’allora Fininvest, ma la RAI sarà e resterà la “sua casa”, quella da dove dispenserà storie, vicende, intrattenimento e spensieratezza, di un paese che dal boom economico è andato via via cambiando radicalmente segno. Un pezzo significativo della nostra storia se ne va con la sua scomparsa, ma resterà sicuramente, oltre che nelle teche della RAI e di Mediaset, allora Fininvest, soprattutto nei nostri ricordi.