Tra poltrone e nomine il Teatro di Roma cola a picco, question time di Mollicone

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Il 19 Maggio si è tenuta alla Camera dei Deputati la Question Time del deputato Federico Mollicone in Commissione Cultura che ha sollevato fatti di una certa gravità relativamente alla gestione del Teatro di Roma.

Ma il punto è anche il rilancio dello spettacolo dal vivo per il quale occorrono interventi economici che consentano la ripartenza dopo questo lungo periodo segnato dalle chiusure per il Covid.

Prossimi alla bella stagione si pensa soprattutto ai luoghi dove si fa cultura all’aperto, ai parchi archeologici, ai teatri storici; all’indomani delle dichiarazioni del Ministro alla Cultura, Dario Franceschini sugli interventi a sostegno dello spettacolo l’auspicio è che i finanziamenti non cadano nelle tasche sbagliate, di chi ha già ricevuto i contributi economici.

Un pallido 0,9% del piano contributi per le strutture destinate ai Festival di spettacolo all’aperto è il massimo della quota destinata a coprire l’urgenza per farle ripartire, briciole stabilite dal FUS 2021, poco più di 600.000 €, su un complessivo di quasi 80.000.000 €, una goccia d’acqua nel deserto.

Ma la cosa grave, che lascia sgomenti è che non si conoscono le modalità di assegnazione di questi soldi per i quali pare non ci siano bandi, allora se è così, a chi andrebbero i soldi ed in che modo?La questione non è di poco conto se si considera che siamo ormai prossimi alla scadenza delle domande per il FUS e la stagione estiva è imminente; il panorama che si presenta è di grande incertezza sui progetti già presentati e dei quali non si sa nulla!

Si evidenzia così una certa negligenza di indirizzo dei contributi che favorirebbero maggiormente il Nord del paese, penalizzando il Mezzogiorno, che nonostante tutto possiede un gran numero di siti e teatri antichi che potrebbero incentivare il turismo culturale, con una netta ripresa economica del settore, e invece no!Stando così le cose i soldi pare andrebbero a favore di chi già ne ottiene a sufficienza, o ha già ottenuto fondi a scapito di quanti ancora, molti, non hanno visto in paragone il becco di un centesimo. In pratica il rischio è che si diano soldi a chi già ne ha ricevuti abbastanza. E allora occorrerebbe un bonus specifico di ordine finanziario per rilanciare quanti non rientrano nelle simpatie di chi assegna questi soldi.

Entriamo così nei corridoi ministeriali, tra gli uffici dei burocrati che presiedono ruoli che invece spetterebbero a personalità del mondo della cultura, che possiedono le giuste competenze per agire sui bilanci del settore, teatro. Per questo occorrerebbe rinnovare la commissione consuntiva per il teatro, con competenze per la qualità e validità artistica dei progetti che concorrono al finanziamento del FUS. Di fronte a queste asserzioni, nel corso dell’interrogazione, il sottosegretario Lucia Borgonzoni tende a tranquillizzare gli animi e le preoccupazioni relative alle contabilizzazioni degli enti che pur avendo ricevuti i fondi non hanno poi potuto essere operativi a causa del Covid, l’auspicio è dunque che i soldi non tornino agli stessi.

A proposito dei parchi archeologici e dei siti storici per il pubblico spettacolo basti pensare a regioni come la Campania, con Pompei e Paestum in testa, e poi ci sono: Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, aprendo il dibattito sui criteri di assegnazione dei fondi del FUS, tema non da poco.

A questo punto è il momento dell’interrogazione presentata dall’esponente di FDI, Federico Mollicone che interroga sulla grave situazione del Teatro di Roma, il Teatro Argentina, denunciando, con la question time, quanto emerso dall’accesso agli atti del sindacato ispettivo dell’onorevole Andrea De Priamo in Consiglio Comunale. Ne è emersa una gestione opaca da parte del presidente dell’ente, Emanuele Bevilacqua e da parte dei componenti del CDA, con eccezione del rappresentante del ministero che ha sempre opposto parere contrari relativamente ai bilanci presentati e alle scelte fatte dal consiglio di amministrazione.

Ne è emerge inoltre un’iniqua nomina, quella di un consulente artistico, dice Mollicone riferendosi a Giorgio Barberio Corsetti che, assunto come direttore artistico è stato successivamente cacciato per manifesta incapacità di gestione ed in seguito riassunto come nuovamente con la stessa carica. Stesso discorso, ribadisce Federico Mollicone, vale per il sub consulente artistico, Corona del Teatro India assunto con non si sa bene quali precisati compiti. Un giro di nomine a coprire poltrone in una giostra di andirivieni mentre emerge il quadro dei revisori dei conti, come denunciato dai quotidiani come Il Tempo, il Corriere della Sera, il Messaggero, Repubblica, che continua ad assegnare consulenze e poltrone a giro mentre si continua a lasciare chiuso il teatro Valle, ormai abbandonato al suo destino da tempo.

Mollicone pone l’accento su questi punti chiedendo al ministero, quale membro del cda nell’assemblea dei soci, quali atti intenda intraprendere per tornare alla legalità, per ripristinare la legalità.