Vincenzo Infusino, la batteria suona per il sociale

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Un destino chiuso in una scatola piena di vinili. Ha 14 anni Vincenzo quando scopre la sua passione per la batteria. Un album Machine Head. Una canzone “Highway star” dei Deep Purple diventa la sua storia tra le dita. Frequenta l’accademia musicale della Calabria “Francesco Saverio Salfi”. Ma gli studi non esauriscono la sua fame. La presenza nei luoghi dove si suona la batteria e l’attenzione verso le personalità musicali sono sempre state fonte di interesse. Uscire dalla comfort Zone, il suo leitmotiv.

“Dopo aver organizzato per dieci anni il Festival dei Suoni Universitari presso l’Università della Calabria, Urbino, Bari e Taranto. Essere stato Coordinatore artistico di due edizioni del Settembre Rendese e aver rappresentato il Mei, Meeting delle etichette indipendenti. La musica diventa confronto, lo stesso che negli anni mi ha portato a seguire il ritmo attraverso libri e supporti video.” Circondato da stimoli e da persone con cui condividere musica e studio. Vincenzo impara che il futuro è una scelta.

“Give it a go”. A 27 anni parte per Londra, inizia la sua avventura e anche la sfida. “Volevo guardare ad un futuro che mi potesse consentire di vivere con quello che facevo”. La batteria è una grande maestra, educa alla disciplina ma anche alla ricerca di cose nuove. Fondamentale non è soltanto l’esercizio, deve arrivare qualcos’altro, bisogna trasferire attraverso lo strumento anche la gestione mentale, psicologica e fisica.

“Non esiste un metodo che ti insegni a suonare nei locali, o con gli altri musicisti. Impari strada facendo accumulando esperienze e incontri. La comunicazione visiva è importante tanto quanto la tecnica”. Adrenalina e calma si alternano sempre, dosare la tensione e trasformarla in energia positiva è un modo per relazionarsi bene con la batteria. “Bisogna lasciarsi colpire dall’elemento non accomodante, farsi parte del non previsto.” Attitudine, sensibilità musicale, necessità di dire qualcosa di proprio sono gli assi su cui si muove il suo percorso. Seguire il potere benefico e comunicativo della musica è una vera forma d’arte. Una difesa all’approccio sempre diverso attraverso il quale un musicista racconta la propria storia.

Una esternazione libera che denota profondità di pensiero che fa del suono consapevole il diritto di essere musica. Di strada ne ha fatta tanta. Da Cosenza a Londra con in mano una passione e del talento.

Nel 2020 nasce Drumathon da un’idea di Errol Kennedy, batterista e fondatore della band multi-platino IMAGINATION e Bev Sage, artista e cantautrice della Band Techno Twins. All’inizio del primo Lockdown nel Regno Unito, Errol raggruppa 20 batteristi, tra i quali anche Vincenzo, con l’intento di raccogliere fondi da devolvere al servizio sanitario nazionale. Ogni batterista, impegnato a suonare per 12 ore e passare virtualmente la bacchetta al successivo. Visto il successo della prima si è subito pensato di effettuarne una seconda edizione, Drumathon 2021 tutte le donazioni sono state devolute alle charities più attive nel settore della salute mentale.

Questa volta all’iniziativa hanno partecipato tanti colossi della batteria per citarne alcuni: Will Champion (Coldplay), Jason Cooper (The Cure), Derrick McKenzie (Jamiroquai), Mel Gaynor and Cherisse Osei (Simple Minds), Christian Eigner (Depeche Mode), Roger Taylor (Duran Duran ed anche I batteristi di Culture Club, Kasabian, The Kooks, The Idles, The Feeling. Importante anche il supporto di riviste come di Riz Ahmed candidato all’Oscar per il film Sound of Metal. L’evento si può seguire su www.Drumathon.live si concluderà sabato 22 Maggio con l’esecuzione di Errol degli Immagination, Will Champion dei Coldplay, Cherisse dei Simple Minds, Paul Stewart dei The Feeling, Loz dei Ride.