La guerra immaginaria dei comuni ciociari nel Medioevo

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Tutti facciamo viaggi con la fantasia, ma c’è chi è capace, con una matita o con una più moderna tavoletta grafica, di trasformarli in arte. Uno di loro è DPassio (Umberto Di Passio): 23 anni, dopo il liceo Artistico si sposta a Roma, dove si sta per laureare in Studi Storico-Artistici alla Sapienza e segue la Scuola Romana dei Fumetti.

Non ha però affatto dimenticato il suo territorio, Sora e la Ciociaria, che racconta nelle serie di fumetti che pubblica sul suo profilo Instagram: @_dpassio_ .

Oggi su OFF ci parlerà del suo lavoro in corso di opera, “Le Cronache di Ciociaria”, racconto di una immaginaria guerra tra i regni dei comuni Ciociari nel medioevo, di cui ha pubblicato già i primi episodi.

Umberto, stai raccontando le “Cronache di Ciociaria”, possiamo dire che questa terra è la tua Narnia e tu il suo Lewis?

Il paragone con Lewis mi lusinga, però in parte è così. Dato che in queste vignette ho riscritto in maniera simpatica e nuova la storia del mio territorio, si può dire che il mio Instagram ha generato una sorta di “armadio” dove il lettore può tuffarsi. Credo che durante questo periodo abbiamo un po’ tutti il desiderio di uscire dal mondo ed intrattenerci con qualcosa di spensierato, per questo ho deciso di creare delle storie divertenti.

Parlaci un pò di come ti è venuta questa idea.

L’idea è nata veramente per caso. Inizialmente pensavo di scrivere un vero e proprio fumetto. Poi da Dicembre ho iniziato a caricare su Instagram delle piccole storie che raccontavano stereotipi su Sora, più andavo avanti e più notavo che si stava generando curiosità ed aspettativa tra i ragazzi, finché alla fine ho provato a fare una storia più lunga del solito. Per ora sembra soddisfare un po’ tutti e ne sono felice.

E perché proprio la guerra delle città Ciociare? E’ una terra che trae origini da popoli guerrieri…

In realtà volevo proprio andare a colpire il concetto di guerra. È una cosa molto bella sentirsi parte di un territorio, e sono stato felice quando ho visto che i vari lettori si sono schierati ed hanno tifato per il loro regno. Vorrei che sia però una lotta pacifica, e devo dire che sono molto contento di come tutti abbiano preso in modo positivo la storia. Mi fa sperare in un futuro migliore per tutti.

Sentiamo spesso lanciare petizioni del tipo “più arte sui social”, tu che li stai usando pensi che siano il palcoscenico più adatto?

La nostra generazione ha l’opportunità di ottenere visibilità più facilmente. Ormai i social sono utilizzati da tutti, ed è veramente semplice far girare delle informazioni tra i vari profili. Mi sono dovuto però adeguare, utilizzando per le vignette una impaginazione quadrata, e sviluppando la lettura scorrendo da un’immagine all’altra. Altrimenti mi sarei concentrato su una forma rettangolare ed avrei inserito più vignette nel singolo foglio, ma senza social non avrei mai avuto la visibilità e le condivisioni che invece Instagram mi ha permesso.

E l’arte può essere anche un mezzo di sviluppo sociale?

Certamente, sta a noi prendere l’iniziativa e decidere cosa farci, anche nel piccolo. Ad esempio io ed altri artisti, con un progetto di Francesco “Deep Beer”, abbiamo decorato dei barili che sono stati posti come secchi nella nostra città. Questo è stato un bel gesto per proporre visibilità al nostro territorio, per creare un’unione tra i cittadini, e dare una speranza concreta a chi crede in una città di nuovo luminosa e sostenibile.