Così le emozioni ci danno coraggio e voglia di cambiare

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Tempo fa ho intrapreso un cammino, quello dell’EMDR (eyes movement desensitation and reprocessing), un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 44 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.

E come me l’hanno intrapreso molte altre persone, per esempio Chiara Ferragni, che proprio nei giorni scorsi ha dichiarato pubblicamente di aver iniziato questo tipo di terapia per superare un trauma del passato che condizionava ancora la sua vita presente.

Riguardo l’EMDR posso ben dire la famosa frase: mi ha cambiato la vita. Mi ha aiutato a conoscermi, a guardare nel profondo di me stessa. Ho stilato una lista di traumi e ho iniziato ad affrontarli uno per uno con la mia terapeuta.

Il metodo consiste nel visualizzare il ricordo che è ancora disturbante, si torna lì con la mente, e mentre ci si pensa, il terapeuta muove due dita davanti ai nostri occhi. Non si deve fare altro che seguire con lo sguardo le dita e vedere cosa succede, che tipo di emozioni e pensieri affiorano, e poi parlarne al terapeuta. Si possono usare anche altri metodi di stimolazione dei due emisferi del cervello, l’importante è che siano in grado di favorire la comunicazione tra i due.

L’EMDR si sta rivelando un metodo efficace per desensibilizzare e rielaborare i traumi, capace di creare nuove connessioni neurali nel cervello; metodo che è stato usato anche per i terremotati in Abruzzo e per le persone coinvolte nel cedimento del ponte di Genova.

È una pratica illuminante, che ha la capacità di ricollocare il ricordo e il relativo dolore nel passato, per poter davvero “Lasciare il passato nel passato” -come cita il libro della sviluppatrice della terapia EMDR, Francine Shapiro– e impedirgli, così, d’influenzare le nostre scelte presenti e future.

Perché se l’evento traumatico è bloccato, immagazzinato nella memoria con le emozioni, le sensazioni, e tutto quello che si è provato durante quel particolare momento, non può venire elaborato, e questo può provocare ansia o altre emozioni disturbanti, anche se l’evento è avvenuto molti anni prima.

Con l’EMDR si può sbloccare questo meccanismo e vedere l’evento sotto una nuova prospettiva, che porterà a sviluppare inedite strategie di adattamento.

Attraverso questa terapia sono anche riuscita a integrare le mie parti interiori, che si erano formate durante varie fasi della vita, parti emotive che avevano messo in atto strategie difensive con cui sono dovuta entrare in contatto per capirle e accettarle.

Non bisogna avere paura anche se non sarà sempre facile, questa esperienza richiede coraggio e volontà di cambiamento. Si va a prendere il toro per le corna, si affrontano una volta per tutti i “draghi” che si hanno dentro, per imparare a domarli, gestirli, conoscerli, ma soprattutto coccolarli.

L’EMDR è un approccio rivoluzionario e incredibilmente liberatorio. Probabilmente vi chiederete soltanto perché non lo avete fatto prima.

Meditare è rock!: in questo primo episodio Dejanira Bada spiega perché ha deciso di scegliere proprio questo titolo per i suoi podcast.

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