Dal Futurismo al punk dadaismo, stanotte si dorme con gli eroi

0

Stanotte si dorme a Trieste o in paradiso con gli eroi’, di Davide Fent con Sergio Gaddi e Franco Cavalleri, a Palazzo Valli Bruni a Como in via Rodari 1, in collaborazione con Accademia di Musica e Danza e Liceo Musicale e Coreutico Giuditta Pasta. Ingresso libero

Palazzo Valli Bruni , contiguo alla chiesa di San Provino, è una delle chiese più antiche della città di Como, risalente all’epoca longobarda, è di impianto medievale ma fu ampiamente ristrutturato nel 1600 dalla famiglia patrizia comasca Somigliana. Un palazzo che per due secoli rimase adibito ad abitazione privata, fino a metà del XVIII secolo quando l’ultimo erede, uomo di Chiesa, lasciò l’intera proprietà alla curia. Questa incaricò nel 1820 l’architetto Melchiorre Nosetti, lo stesso che disegnò e progetto la tomba di Alessandro Volta, di curare la ristrutturazione in stile neoclassico per trasformare l’ edificio in più unità abitative a utilizzo del Clero. Dai primi del’900 gli appartamenti furono locati a famiglie comasche e solo recentemente l’intero palazzo è stato liberato per consentire una nuova ristrutturazione che lo riporti al suo antico splendore. Attualmente è la sede dell’Accademia Giuditta Pasta

“L’iconoclastia futurista”, definita dal critico d’arte Mario De Micheli, trovò le sue radici nel provincialismo e nella burocratizzazione progressiva dell’Italia post-risorgimentale. Soli tre mesi separarono la nascita della rivista fiorentina “La Voce” di Giuseppe Prezzolini dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo del 20 febbraio 1909: due avanguardie, quella vociana e quella futurista, notevolmente differenti, secondo Emilio Gentile, ma connotate da alcuni interessi comuni che, insieme alla “Lacerba” (nata da una costola dissidente de “La Voce” su iniziativa di Papini, Soffici, Palazzeschi e Tavolato), sfociarono nell’analisi delle più disparate tematiche economiche, sociali, filosofiche, letterarie ed artistiche, suscitando un clima di fervore in cui il futurismo poté prosperare. Lo stesso Papini, nella rivista francese “Mercure de France”, affermò come lo stesso movimento di cui faceva parte rappresentava una “reazione necessaria a quel culto sfrenato e idiota dell’antico […] a quel disprezzo della modernità di cui il nostro ambiente intellettuale era saturato e lo conduceva a un esaurimento noioso e umiliante”.

Venerdì 8 settembre alle ore 18:00, ingresso libero Palazzo Valli Bruni, Via Rodari 1, Accademia di Musica e Danza Giuditta Pasta