Pinguini Tattici Nucleari: “Tornerà il calore della folla”

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pinguini_tattici_nucleari fonte Instagram

Sono stati la sorpresa dell’ultimo festival di Sanremo. I Pinguini Tattici Nucleari hanno animato la platea ed hanno conquistato il terzo posto con Ringo Starr, mix di pop, rock e funky che poi si è piazzato in vetta alle classifiche streaming e radio. Ma prima di approdare all’Ariston i sei trentenni di Bergamo avevano alle spalle dieci anni di gavetta ed all’attivo 4 album, più di 8 milioni di views su Youtube e moltissimi concerti. E con l’album Fuori dall’Hype avevano riempito i palazzetti. Della storia della band e di molto altro parla con noi il tastierista Elio Biffi.

Da venerdì 17 aprile è in rotazione radiofonica Ridere, il vostro nuovo singolo. Il video è stato realizzato ai tempi della pandemia grazie ai contributi dei fan. Com’è andata?

Alla grande! Abbiamo lanciato il progetto sui nostri social e siamo stati letteralmente sommersi di contributi splendidi. Abbiamo raccolto più di 3000 video! Poi grazie a William, che sta seguendo i nostri videoclip negli ultimi mesi, ne abbiamo selezionati alcuni, ed è stato difficilissimo perché erano tutti unici e bellissimi, toccanti. E’ stato fantastico vedere come chi ci segue condivida con noi lo stesso immaginario: nei contributi che ci hanno mandato ci sono riferimenti a Harry Potter, a ET, a nostri video precedenti… Insomma, è stato bello vedere tutta la grande famiglia (nonni compresi) di chi ci segue riunirsi per costruire con noi un contenuto particolare e a suo modo unico.

La città dov’è nata la band è Bergamo e sappiamo tutti quanto successo. La band come ha affrontato e sta affrontando questo periodo?

Come tutti, siamo a casa e siamo in attesa. Bergamo e la sua provincia, in paesi molto vicini a quelli dove alcuni di noi vivono, ha subito un colpo davvero pesante e destabilizzante. Tuttavia la nostra gente ha reagito fin da subito con tantissime reti di solidarietà e beneficenza, e con il grande cuore che la contraddistingue. Ne siamo molto fieri. Noi nel nostro piccolo stiamo suonando, leggendo, studiando e pianificando molto, sperando che le cose tornino al più presto alla normalità e che il nostro mondo, quello dei concerti, torni a brillare come prima.

Cosa vi ha feriti di più?

Il momento più cupo che abbiamo vissuto è stato lo scoprire improvvisamente della scomparsa di un carissimo e stimatissimo nostro collega, uno di quei personaggi geniali che vivono nel sottobosco semi-invisibile della musica, con cui abbiamo condiviso tanti palchi negli anni passati. Mirko Zagor Bertuccioli, dei Camillas, è mancato il 14 aprile scorso, proprio per complicazioni legate al COVID. Quando abbiamo saputo la notizia, sono state ore cupe in cui ci siamo sentiti tra noi e abbiamo ricordato con le lacrime agli occhi la sua splendida e folle energia.

Il vostro nome non passa inosservato. Com’è venuto fuori?

Era tanto tempo fa, e la band non era composta da chi la compone oggi. Ma i padri fondatori trovarono un giorno in una birreria, sulla lista, una birra costosissima e dal tenore alcolico fenomenale (è stata in effetti per un periodo la birra più alcolica del mondo). Si chiamava Tactical Nuclear Penguin. Tradussero il nome, sembrava originale.

Condividi con noi un episodio off legato ai vostri esordi?

Le storie sono tante. Gli anni dei nostri esordi sono un periodo che comunque vada la nostra carriera, ricorderemo per sempre. Tantissimi autogrill, pochissimi furgoni con l’aria condizionata, tantissimi concerti in luoghi più o meno improbabili e piccolissime realtà in giro per tutta Italia. Potrei ricordarvi di quando abbiamo dormito nella sagrestia di una chiesa che credevamo sconsacrata, e siamo stati invece svegliati al mattino dal sacerdote arrivato a dire messa, che ci chiese di spostare il furgone parcheggiato proprio davanti alla porta. O di quella volta in cui ci siamo ritrovati a cercare un meccanico in provincia di Bari una domenica, e l’unico che abbiamo trovato era un tizio molto losco che aveva un’officina sotterranea e ci ha accolto con un pappagallo verde sulla spalla. E ha impiegato due ore per sostituire uno pneumatico. O delle decine di multe per ingresso improvvido in decine di ZTL di centri storici. Insomma, ne abbiamo combinate davvero tante.

Dalle sagre di paese all’Alcatraz di Milano fino al palco di Sanremo. Componenti a parte, com’è cambiata la band dagli inizi ad oggi?

Siamo cresciuti tanto, prima come persone, e poi come musicisti e professionisti. Guccini in una canzone diceva “a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si hanno in testa a quell’età”. Mi trovo a condividere questo punto di vista. Tante volte all’inizio, un po’ per ingenuità un po’ per inesperienza, abbiamo fatto scelte ed esperienze che con occhi più adulti ci sembrano buffe o proprio sbagliate. Ma è anche così che si cresce e si va avanti. Rispetto ai primi periodi, poi, una cosa che è cambiata di certo è la definizione dei ruoli e delle dinamiche tra noi: all’inizio tutti facevano tutto, dal trovare concerti al suonare al seguire i social. Ora c’è più ordine, e le cose filano più lisce.

Qualcuno, vedendovi all’Ariston, per la ventata di allegria vi ha paragonati a Lo Stato Sociale. Altri, per originalità, ad Elio e le storie tese. I vostri riferimenti musicali quali sono stati?

Siamo grandi amici dei regaz di Bologna e grandi fan degli EELST, e alcuni ragazzi del nostro staff negli anni hanno lavorato anche con loro. Detto questo, però siamo sei personaggi un po’ troppo variegati per definire in poche righe il nostro mondo musicale di riferimento. C’è tanta musica internazionale, di tanti tipi diversi. C’è chi tra noi ama il pop “da classifica”, chi il folk, chi la techno, chi il progressive metal, chi il jazz e il rock degli anni 70… insomma siamo un frullato di influenze musicali, ed esplorando i nostri dischi e i nostri live, molte ispirazioni e citazioni sono palesi e visibili. Se proprio dovessi darti tre cose che uniscono tutti nell’ascolto, butterei lì i Queen, i Coldplay e Lucio Dalla.

Prima di diventare musicisti a tutti gli effetti cosa facevate?

Siamo stati quasi tutti studenti, chi di musica, come Riccardo, chi di altro, come me che sono laureato in lettere o Paso e Matt, che hanno studiato Lingue. Simone ha fatto un breve percorso nel mondo del sociale, lavorando in una comunità, mentre per mantenersi Matt ha lavorato in areoporto, e Butt ha fatto il commesso e il pony pizza. Insomma, sei vite normali di ragazzi della provincia bergamasca con ambizioni artistiche.

Le vostre canzoni in genere come nascono?

Il percorso nasce dalla testa di Riccardo, che è il catalizzatore di tutte le nostre energie creative. Lui partorisce una bozza dei brani, che ci sottopone in vario modo, soprattutto facendoci sentire provini che produce nel suo homestudio. Io spesso contesto i dettagli del testo, mentre con gli altri si discute dell’arrangiamento e del lato musicale, e i brani vengono di solito rifiniti in sala prove, con gli strumenti in mano. Completata questa fase, si prosegue con la produzione definitiva negli studi ufficiali, quelli di RCA a Milano. Qui la canzone viene rifinita e a volte stravolta, lavorando con i nostri produttori, Fabrizio Ferraguzzo ed Enrico Brun, dei grandi professionisti che spesso hanno dato un apporto fondamentale ai nostri brani.

Su cosa, in genere, non siete d’accordo e vi capita di discutere?

La bellezza di essere sei teste è che l’andare d’accordo è sempre un parto. Ma il processo di discussione e compromessi porta sempre ad essere uniti nelle decisioni definitive, e che una volta che si prendono posizioni di ogni tipo lo si fa con cognizione di causa. In generale comunque il grande argomento di dibattito, come in tutte le compagnie di amici, è dove andare a mangiare a cena quando si esce. O dove andare a fare serata, che è ancora peggio.

Il vostro tour previsto per lo scorso febbraio, è stato rimandato al prossimo ottobre. Come immagina questi live post pandemia?

Li immaginiamo come prima e meglio di prima. Il calore di una folla, la risposta diretta di un pubblico vivo vitale ed energico è la linfa vitale di chi fa il nostro mestiere. Tornerà, e quando tornerà sarà una meravigliosa festa. E finalmente potremo mostrare al mondo lo show tutto nuovo, pieno di sorprese e di prodezze che abbiamo pronto nel cassetto ormai da qualche mese.