“Morgan e Bugo? Le collaborazioni a tavolino finiscono in vacca..”

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Giuseppe Peveri, in arte Dente, si racconta a OFF per parlarci del suo nuovo album omonimo e di tante altre cose…

Come stai vivendo questa quarantena?

Fortunatamente io e i miei cari stiamo bene, ed è la cosa che mi fa vivere questa quarantena in modo più sereno. Quando all’inizio pensavamo che questa situazione sarebbe durata un paio di settimane, era tutto più leggero. Più il tempo va avanti e più tutte le piccole cose cominciano a pesare.

Come mai la scelta di usare il tuo nome come titolo?

Per contrapposizione direi, perché mi piaceva accostare la novità del coinvolgimento di altre persone con cui mi sono confrontato in fase creativa a un’altra grande novità che sta all’opposto: mettere la mia faccia in copertina, non dare un titolo, non usare giochi di parole.

Se dovessi riassumere questo disco in tre canzoni, quali sarebbero?

Sicuramente Anche se non voglio, perché è un po’ la carta d’identità del disco. Un’altra è Non cambio mai, perché si lega al discorso delle contrapposizioni: un disco con tante novità che ha una canzone il cui  titolo dice l’opposto. E infine direi L’ago della bussola, che è l’unica canzone d’amore dell’album, argomento di cui ho tanto parlato nei miei lavori passati.

Nella traccia di apertura Anche se non voglio canti “E vestiti bene che la gente vede / Che la gente parla / Che è la gente che decide se siamo buoni o cattivi”. Sei spaventato dal pensiero unico?

Sicuramente mi spaventa. Mi spaventa quello che dice la gente e quello che si può far pensare alla gente: come si può cambiare la coscienza collettiva delle persone in male. Quel verso in particolare è più rivolto al mio mestiere: è il pubblico che ti tiene in vita, che decide se sei vivo oppure no. Se non fai attività pubblica e non ti fai vedere la gente ti dimentica facilmente: anche se sei vivo, è facile essere dimenticati.

Come è stato lavorare con Matteo Cantaluppi [produttore di artisti come The Giornalisti, Gabbani, Bugo, ndr]?

È stato molto bello: un po’ perché ho conosciuto la bella persona che è Matteo e poi perché è un professionista serio, quindi lavorare con persone così è stato molto stimolante.

C’è un artista con il quale ti piacerebbe collaborare in futuro?

Ah, questo non lo so. È una domanda alla quale non so mai rispondere, perché sono cose che non escono fuori da un pensiero ragionato, ma sempre dalla boutade del momento.

A proposito di collaborazioni: cosa ne pensi della bagarre che c’è stata fra Morgan e Bugo?

Penso semplicemente che due persone sono state messe insieme per uno scopo e che poi hanno portato un litigio sul palco. Le collaborazioni nate un po’ a tavolino rischiano sempre di finire in vacca. Le mie, invece, sono sempre nate da amicizie o da situazioni molto spontanee. Credo siano quelle che funzionano meglio.

Che prospettive vedi per il settore musicale nei prossimi mesi?

Domanda molto difficile. Non lo sa nessuno. Quello che sappiamo è che saremo uno degli ultimi settori a ripartire, soprattutto per quanto riguarda la musica dal vivo. Siamo un po’ angosciati da questa situazione. Io avevo già un tour programmato, ma ovviamente abbiamo dovuto bloccare tutto e non sappiamo quando ricominceremo.

Ci racconti un episodio OFF della tua carriera?

Non saprei, perché non sono un aneddotista. Non tanto perché non sono propenso a raccontarli, ma perché proprio non me li ricordo! Ne ho fatte tante, specialmente durante la gavetta, quella vera: quando andavo a suonare per niente, dormivo sempre in casa di qualcuno (altro che hotel!) ed ero sempre in treno con la chitarra. Ho passato tanti anni così e sicuramente ci sono tanti episodi, ma non me li ricordo! Forse il mio episodio OFF è stato proprio questo: aver fatto quella vita lì e non spiegarmi come sia riuscito a farla! [ride]

C’è qualche artista emergente italiano che vorresti consigliare ai nostri lettori?

Un ragazzo molto giovane che promette veramente bene è Fulminacci. Ha fatto davvero un gran bel disco, che merita di essere ascoltato.