L’altra sera nel corso del programma radiofonico La Zanzara di Cruciani e Parenzo Rocco Siffredi , 55 anni, ha avuto uno scontro storico con Max Felcitas, astro nascente del settore di competenza del grande Rocco e che risponde alle provocazioni di Rocco, che in una diretta social aveva messo in dubbio l’eterosessualità del collega. Per dare a Rocco quel che è di Rocco, ecco l’articolo che il nostro Marco Lomonaco ha realizzato tempo addietro in occasione della presentazione del nuovo brand Rocco’s World alla 7ettanta6ei Gallery di Milano.(Redazione).
Rocco Antonio Tano, meglio noto come Rocco Siffredi: divo dell’hard nostrano, ma anche personaggio della cultura pop contemporanea che, decisamente, travalica il semplice concetto di “pornografia”.
Già ospite ai microfoni de La Zanzara con Giuseppe Cruciani e redazione (alla quale mi onoro immodestamente di aver fatto parte), ha dichiarato battaglia al politicamente corretto radiofonico in pieno drive time.
Tra pratiche sessuali proibite, storie in famiglia e siparietti hot, Rocco ha ripercorso insieme a figlio maggiore e a gentile signora (anche loro ai microfoni di Radio24) la sua vita di uomo, padre, marito, attore, regista.
Rocco supera Rocco in questo frangente e dimostra (come se già non lo facesse da anni) quanto la sua sagace verve di sciupafemmine stallone lo abbia aiutato ad esporsi sulla scena pop internazionale, facendosi amare anche da chi, a dirla tutta, non ha mai visto, ne mai vedrà, un suo film.
«Questo brand e questa mostra rappresentano il mio mondo e quello che voglio trasmettere ai miei figli: tutto questo è per loro».
Le magliette, che Rocco ci ha gentilmente regalato (a colui che scrive e al mitico Andro Merkù, imitatore della Zanzara), ricordano moltissimo quelle realizzate per la Hard Academy, visionabile su Netflix, una vera e propria Università dell’Hard, con l’obiettivo di formare nuovi talenti da lanciare nel mondo dell’Adult in qualità di attori, registi e sceneggiatori.
C’è chi l’ha amata e chi non l’ha compresa fino in fondo, ma certamente è stata un esperienza positiva, che Rocco descrive così: «le telecamere e la mentalità da serie tv hanno reso tutto più difficile. Mi sono divertito e spero di aver divertito il pubblico, e spero anche di aver trasmesso un briciolo della mia passione per questo mestiere ai ragazzi. Quando e se riproporrò in futuro una cosa di questo tipo, sarà certamente più improntato su una vera e propria realtà accademica, con meno scenografia e più pratica; una scuola dove si impara e si viene inseriti nel mondo da professionisti grazie al contatto costante con la scena».
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