Oggi Vittoria Belvedere spegne 48 candeline. Festeggiamo il suo compleanno proponendovi questa recentissima intervista OFF (Redazione).
A 13 anni modella, a 17 la prima esperienza su un set, a 20 il suo primo grande ruolo, quello nella celebre serie Rai Piazza di Spagna. Da allora per Vittoria Belvedere la carriera è stata un continuo “ad maiora”, umano e professionale, tra palchi televisivi, set cinematografici e quinte teatrali. Oggi, e per gran parte del 2020, è impegnata in una tournée con Figlie di Eva, assieme a Maria Grazia Cucinotta e Michela Andreozzi, con la regia di Massimiliano Vado. Tra le prossime tappe anche Roma, al Teatro Sala Umberto dal 21 gennaio al 9 febbraio.
La tua prima volta sul set fu per il videoclip di Edoardo Bennato, Abbi dubbi. Come ci sei arrivata?
«Avevo conosciuto da poco, in un contesto lavorativo quando ancora ero soltanto modella, un parrucchiere di Viareggio, che mi consigliò questa opportunità. Niente di importante, pensa che Bennato non lo incontrai neanche. Ma allora ancora non ambivo alla recitazione».
C’è un provino che avresti voluto andasse bene?
«Fortunatamente i provini che ho fatto sono quasi tutti andati bene, perché servivano soltanto per capire se fossi adatta, o meno, per quel personaggio. Ma, a proposito, ricordo quello per José María Sánchez per la serie Le ragazze di piazza di Spagna. Mi consigliarono di provarci, nonostante si dicesse che c’era già una raccomandata. Dopo aver sostenuto il provino, il regista mi ha fatto i complimenti, a cui replicai: “tanto è inutile, so che c’è una raccomandazione”. Lui rimase spiazzato. Due giorni dopo mi dissero che ero stata presa».
Chi è stata la tua musa cinematografica?
«Io amavo Monica Vitti, ho visto tutti i suoi film, perché era bella, brava, comica, autoironica. Ma non avevo la presunzione di assomigliare a lei. Però, dopo aver interpretato tanti ruoli drammatici in tv e al cinema, grazie al teatro ho esordito come comica. E ho scoperto di essere anche autoironica. Quindi, senza presunzione, posso dire di aver fatto il suo stesso percorso. Purtroppo non l’ho mai incontrata…»
E se dovessero proporti un suo ruolo, cosa ti piacerebbe fare?
«Sicuramente La ragazza con la pistola».
Qual è stato il momento della tua carriera in cui ti sei sentita più soddisfatta di te?
«Ho sempre pensato che per fare teatro bisognasse avere un background importante. E pensavo di non essere all’altezza. Il musical My fair lady, con la regia di Massimo Romeo Piparo, fu la prima grande sfida: bisognava saper cantare, ballare e recitare. Ho dovuto faticare e studiare tantissimo. Ma ne uscii vincente anche da un punto di vista personale, perché io sembro chiusa e sulle mie, ma in realtà sono soltanto molto timida».
Ora sei impegnata in questa lunga tournée teatrale con Figlie di Eva: nel cast anche Maria Grazia Cucinotta e Michela Andreozzi. Come sta andando?
«Benissimo, sia sul palco che dietro: ce ne combiniamo di cotte e di crude. E ti confermo che l’amicizia tra attrici donne esiste davvero. Pensa che prima di salire sul palco facciamo di tutto, dai rutti alle puzzette. Maria Grazia all’inizio era un po’ scandalizzata, ma ora ride e scherza con noi. Sì, sono un po’ una scaricatrice di porto, lo ammetto».