Guareschi, “genio clandestino” che non piaceva nemmeno alla CIA…

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Milano, 1950. Giovannino Guareschi legge il Candido e mostra la vignetta satirica di Carletto Manzoni contro il Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, a causa della quale fu processato e condannato con la condizionale a otto mesi di carcere. Wikimedia Commons

Nell’Italia della Guerra Fredda, uno scrittore non schierato con i comunisti difficilmente riusciva ad avere il consenso dei grandi critici letterari, persino nel caso in cui i suoi libri fossero tradotti in tutto il mondo: questo è il caso di Giovannino Guareschi, umorista e celebre autore dei romanzi di Don Camillo.

A distanza di decenni, c’è chi vuole analizzare in modo obiettivo le cause di tanto ostracismo nei confronti dello scrittore emiliano, andando oltre le etichette: ce lo dimostra Gabriele Balestrazzi, docente di Giornalismo all’Università di Parma, con il saggio Il caso Guareschi. Genio clandestino (Diabasis, 2019, 84 pagine, 10 euro).

Fu osteggiato anche da chi avrebbe dovuto omaggiare i suoi lavori: nel 1953 la CIA fece in modo che al film di Don Camillo non venisse dato l’Oscar

In questo breve libro, Balestrazzi spiega come Guareschi sia stato per lungo tempo snobbato dalla critica italiana, sia da vivo che a distanza di anni, sia per il suo non essere di sinistra sia in quanto ritenuto un autore troppo “commerciale”. Eppure all’estero i suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue, tanto che emergono testimonianze di suoi libri tradotti in Corea del Sud, in Sudafrica e persino in Groenlandia.

Un aspetto poco discusso della sua vita, ma che invece andrebbe messo in risalto, è il fatto che per due anni Guareschi fu internato in un lager nazista per essersi rifiutato di combattere per Salò: un’esperienza, questa, che lo segnò nel profondo, e alla quale dedicò il suo Diario Clandestino. Tutte cose che dovrebbero far riflettere soprattutto quei sedicenti “antifascisti” che lo attaccano ancor oggi per il suo anticomunismo.

Per un’ironia della sorte, egli fu osteggiato anche da chi per primo avrebbe dovuto omaggiare i suoi lavori: infatti, nel 1953 la CIA fece in modo che al film di Don Camillo non venisse dato l’Oscar, poiché sebbene il “compagno” sindaco Peppone fosse sempre in contrasto con Don Camillo, alla fine i due si riappacificavano sempre.

Fu osteggiato anche da chi avrebbe dovuto omaggiare i suoi lavori: nel 1953 la CIA fece in modo che al film di Don Camillo non venisse dato l’Oscar
Gino Cervi e Fernandel in una scena del film Don Camillo (1952) – fotogramma di pellicola cinematografica girata in Italia – pubblico dominio

Da questo punto di vista Guareschi diede una lezione di umiltà che oggi quasi nessuno è capace di eguagliare, ovvero di riuscire a difendere i propri valori ma senza incitare all’odio nei confronti degli avversari politici.

Fu osteggiato anche da chi avrebbe dovuto omaggiare i suoi lavori: nel 1953 la CIA fece in modo che al film di Don Camillo non venisse dato l’Oscar

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