โEโ sempre unโoperazione difficile e dolorosa smascherare dentro di sรฉ ogni abbaglio ma poi, se lo si fa, ci si ritrova ancora piรน forti per essere riusciti ad abbandonare illusorie certezze e ad avere individuato una nuova realtร , una nuova visione del mondoโ.
Cosรฌ scrive Susanna Trippa nelle prime pagine di unโautobiografia storico/intellettuale sul Sessantotto che corre lungo quel โfilo invisibile, quella traccia sottile come la bava di una lumachina, che si fa strada in unโanima giovaneโ abbeveratasi al mito della contestazione per poi distaccarsene con limpida attitudine critica ma non rancorosa.
“Come cambia lo sguardo. Gli inganni del Sessantotto” (Armando Curcio Editore, 2019, 180 pagine, 12,66 โฌ) รจ la disamina critica dello sfaldarsi delle ragioni di tanti giovani (inizialmente anche di destra, come nota Ignazio La Russa in prefazione al volume) che vollero ribaltare il consumismo borghese, per poi assistere al rinsaldarsi della medesima borghesia sulle macerie della contestazione.
Ma non fu unโesperienza da buttare: un comun sentire unรฌ i giovani di destra e sinistra, ovvero il desiderio di rinnovare la societร alla luce di un inedito equilibrio tra le classi, che tuttavia non incontrรฒ il favore, per usare un eufemismo, del potere di allora.
’68 volevamo cambiare il mondo…purtroppo ci siamo riusciti (in peggio)…dei quando vogliono punirti esaudiscono tuoi desideri…!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
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