Arnaldo Citterio e quella “filosofia da osteria” che fa pensare…

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Paul Cézanne [Public domain], Les joueurs de carte, 1890-1898, olio su tela, 47,5×57 cm, Musée d'Orsay, Parigi; Barnes Foundation, Philadelphia; Metropolitan Museum of Art, New York; Courtauld Institute of Art, Londra; collezione privata
Paul Cézanne [Public domain], Les joueurs de carte, 1890-1898, olio su tela, 47,5×57 cm, Musée d'Orsay, Parigi; Barnes Foundation, Philadelphia; Metropolitan Museum of Art, New York; Courtauld Institute of Art, Londra; collezione privata

La fine del libro può essere l’inizio del racconto? La domanda sembra assurda, come potrebbe un libro iniziare dalla fine ed essere interessante, coinvolgente, simpatico?

L’inizio è la mia fine, la fine è il mio inizio è una celebre frase di Tiziano Terzani e forse, l’autore, si è ispirato a lui con il suo romanzo. Il libro ha inizio con il protagonista steso per terra in una grande pozza di sangue, l’ambiente descritto è quello di un’osteria di altri tempi, come fosse fuori dal tempo in cui viviamo. A fianco di John, in piedi che lo scruta, un vecchio scontroso, arrogante ma saggio e filosofo della vita, uomo sempre interessato a dare una mano in cambio di un bicchiere di vino, il barbera. Con questo inizio il romanzo prende il volo in un susseguirsi di intrecci tra sogno e realtà dove filosofia e storia si confondono e si armonizzano con il racconto che resta sempre acceso e protagonista. Ma chi è John? E’ un membro di un’organizzazione di intelligence internazionale che lavora nel campo scientifico cercando di preservare la ricerca delle diverse discipline scientifiche e al suo fianco ecco il secondo protagonista, il piccolo bastardo. Arnaldo Citterio è lo scrittore di questo romanzo in cui intreccia la sua vita assieme alle sue idee su donne, droga, stile di vita e tempo libero. Un testo che passa da interessanti valutazioni filosofiche e sociologiche a momenti di vera azione dove il CERN di Ginevra, laboratorio di fisica nucleare conosciuto in tutto il mondo, sta per collassare. Il tentativo di Citterio è interessante: cerca di coniugare l’azione con l’aspetto interiore del protagonista confuso sul senso della vita in generale e, con l’aiuto del vecchio scontroso, le sue risposte da filosofo di osteria sul come trovare le soluzioni. L’esperimento è interessante e soprattutto sono simpatiche e coinvolgenti alcune risposte del nostro filosofo da osteria. Tra una battuta, un bicchiere di barbera, un interessante discorso sul senso della vita e l’intrigante vicenda che coinvolge il CERN ecco un testo diverso, un esercizio di elaborazione di idee immerso in un racconto avvolgente.

Insomma, Quel Piccolo Bastardo – Diario di un’Osteria perduta, edito da Pedrazzi Editore è un ottimo modo per divertirsi leggendo e soprattuto, pensando.

Copertina Pedrazzi Editore

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Fabrizio Fratus
Ha contribuito allo sviluppo di un dibattito scientifico e letterario sul neodarwinismo e la pornografia sviluppando diversi concetti antimodernisti e a favore dell’ideologia comunitarista basato sull’idea di un ritorno ad una vita sociale di tipo organicista in opposizione al modello dominante dell’individualismo, contribuisce a sviluppare un nuovo paradigma di vita comunitaria grazie alla decrescita felice, all’economia dell’autoconsumo partendo dal pensiero aristotelico in cui la famiglia è il centro della comunità. Si oppone fortemente al consumismo e al modello capitalista di tipo anglosassone. Convinto che presto vi sarà un ritorno al valore della famiglia naturale e alla vita comunitaria a causa della fine del ciclo economico denominato post-industriale. Sia la visione antidarwinista come quella sulla pornografia sono interpretazione per cui l’uomo viene condotto a una vita di tipo individualistica ed egoistica assolutamente da rigettare.

2 Commenti

  1. Grazie per questa splendida recensione che coglie perfettamente l’intento di questo mio primo romanzo.

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