La fine del libro può essere l’inizio del racconto? La domanda sembra assurda, come potrebbe un libro iniziare dalla fine ed essere interessante, coinvolgente, simpatico?
L’inizio è la mia fine, la fine è il mio inizio è una celebre frase di Tiziano Terzani e forse, l’autore, si è ispirato a lui con il suo romanzo. Il libro ha inizio con il protagonista steso per terra in una grande pozza di sangue, l’ambiente descritto è quello di un’osteria di altri tempi, come fosse fuori dal tempo in cui viviamo. A fianco di John, in piedi che lo scruta, un vecchio scontroso, arrogante ma saggio e filosofo della vita, uomo sempre interessato a dare una mano in cambio di un bicchiere di vino, il barbera. Con questo inizio il romanzo prende il volo in un susseguirsi di intrecci tra sogno e realtà dove filosofia e storia si confondono e si armonizzano con il racconto che resta sempre acceso e protagonista. Ma chi è John? E’ un membro di un’organizzazione di intelligence internazionale che lavora nel campo scientifico cercando di preservare la ricerca delle diverse discipline scientifiche e al suo fianco ecco il secondo protagonista, il piccolo bastardo. Arnaldo Citterio è lo scrittore di questo romanzo in cui intreccia la sua vita assieme alle sue idee su donne, droga, stile di vita e tempo libero. Un testo che passa da interessanti valutazioni filosofiche e sociologiche a momenti di vera azione dove il CERN di Ginevra, laboratorio di fisica nucleare conosciuto in tutto il mondo, sta per collassare. Il tentativo di Citterio è interessante: cerca di coniugare l’azione con l’aspetto interiore del protagonista confuso sul senso della vita in generale e, con l’aiuto del vecchio scontroso, le sue risposte da filosofo di osteria sul come trovare le soluzioni. L’esperimento è interessante e soprattutto sono simpatiche e coinvolgenti alcune risposte del nostro filosofo da osteria. Tra una battuta, un bicchiere di barbera, un interessante discorso sul senso della vita e l’intrigante vicenda che coinvolge il CERN ecco un testo diverso, un esercizio di elaborazione di idee immerso in un racconto avvolgente.
Insomma, Quel Piccolo Bastardo – Diario di un’Osteria perduta, edito da Pedrazzi Editore è un ottimo modo per divertirsi leggendo e soprattuto, pensando.
Grazie per questa splendida recensione che coglie perfettamente l’intento di questo mio primo romanzo.
bellissimo articolo… grazie.
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