La radio: storia di una bruciante passione

0
CC0 Creative Commons

Un microfono, una voce e un filo diretto al cuore di chi ascolta. Ecco cos’è la radio, per chi scrive questo articolo e per milioni di appassionati che ogni giorno recandosi al lavoro, facendo la doccia e svolgendo qualsivoglia attività, la ascoltano.

La radio è infatti quasi certamente tra i media quello che intrattiene la connessione più intima con il fruitore.

Mi spiego: si ascolta, si percepisce, non richiede attenzione costante e non si “offende” se non leviene data (a differenza della tv). La radio è una compagna di vita per tanti di noi e, per alcuni fortunati, è diventata una professione, per altri è rimasta una grande passione.

Radio Milano Centrale

Ci sono persone infatti che hanno il privilegio di lavorare nelle radio, poco importa se si conduce un programma di successo o se si scrive una trasmissione che va in onda alle 4 del mattino: quello che conta è che durante la diretta si è connessi col mondo e questo, spesso e volentieri, ai radiofonici basta.

C’è chi della radio ha fatto una professione e chi pur facendo altro nella vita non ha mai smesso di farla per hobby.

Tutto questo è contenuto in On the Radio. Storie di radio, dj e rock’n’roll (Morellini Editore, euro 14.90, pp. 225), il nuovo libro curato da Luca Martini e Barbara Panetta per Morellini che, dopo il successo di Vynil, mette in campo storie di radio e di vita vissuta al microfono, in regia o ai telefoni di piccole e grandi emittenti.

La passione è il fulcro di tutto: i racconti contenuti nel libro, sono storie personali narrate in prima persona di musicisti, scrittori, dj, giornalisti (e non solo), accomunati dalla bruciante passione per la creatura di Marconi.

Nomi illustri si susseguono nei racconti del loro personale punto di vista sulla radio italiana; nomi di grandi conduttori come Luca Bottura e Doctor Feelgood, o di musicisti e cantautori come Marcello Romeo e Maurizio Solieri, fino a scrittori del calibro di Danilo Masotti, Riccardo Cassini e Alessandro Berselli.

Claudio Cecchetto (ph. Facebook)

C’è davvero di tutto in questo libro per chi vuole ripercorrere uno spaccato del broadcasting nel nostro paese.

I venticinque autori infatti, si susseguono raccontando gli esordi nel mezzo in Italia: a partire dalle prime trasmissioni di Stato, passando per il “far west” delle radio libere, fino a giungere ai grandi network di oggi, brand consolidati in anni e anni di parole, musica ed emozioni.

Dalla Eiar, poi diventata Rai, a Punto Radio fondata da Vasco Rossi nel 1975, fino all’iconica Radio Deejay che tutti conosciamo molto bene.

Vasco Rossi – Radio-libere – stravizzi.com

Non ci si dimentica nemmeno di quelle radio locali, che guai a definire minori, poiché fondamentali per trasportare la cultura del mezzo anche nelle periferie, nei piccoli borghi e realtà.

Tra queste, emittenti che hanno fatto la storia dell’FM bolognese come: X Radio, Antenna Uno, Trb e Radio Bologna International.

Per vivere ancora più intensamente l’esperienza di questo libro, si consiglia inoltre di accompagnarlo con la playlist Spotify “On the radio” sul canale morellinied