La triste parabola del “puparo” di Riace

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La triste parabola del “puparo” di Riace
fonte ilgiornale.it - lapresse
La triste parabola del “puparo” di Riace
fonte ilgiornale.it – lapresse

E quante cose, piacevoli e spiacevoli, potremmo dire in queste ore penose per la Calabria e la sua Gente! Quanti j’accuse e quanti mea culpa!

Invece, la mia penna ed io, decidiamo di tacere su queste prime decisioni della Giustizia sulle sorti del sindaco di Riace, quel Mimmo Lucano su cui, fra corone di alloro e sputi, tutti vogliono dire un “qualche che”. Anche il più inutile. Il più banale. O il più dannoso.

La tastiera vorrebbe volare, lettera dopo lettera, e confutare tutta la catasta di prove di santità che lo hanno portato a credere di poter “camminare sulle acque”, ma, poi, lo Scapolare che indosso, mi impone la compassione e la pazienza.

La fiducia nella Giustizia giusta. Quella che stabilirà se, come, quando e quanto l’ultimo dei “romantici comunisti” abbia danneggiato il Popolo Italiano. Non mi è mai piaciuto, né convinto, il suo modello Riace: un’accoglienza poco chiara, che sommava, all’approssimazione, l’astuzia di casacca e il bertoldismo del servilismo più bieco.

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No, non è tutta colpa sua, è vero: gliel’hanno fatto credere! Gli hanno mostrato la luna nel pozzo, e lui s’è convinto di averla catturata.  I “pupari” – ne sono certo – non abitano a Riace, pur avendola visitata spesso, incravattati e avvolti di fumo di Palazzo. A muovere i fili di questo poveretto, furbo, sì, come una volpe d’Aspromonte, ma anche abbondantemente sempliciotto, sono ben più mefistofelici demòni… Lui, magari affascinato dalle prime pagine, ubriacato dall’elisir dell’onnipotenza a costo zero, ci ha creduto e si è esposto anche per loro. E, oggi, paga il salato conto. Assieme al suo piccolo e multicolore  seguito paesano.

La triste parabola del “puparo” di Riace
fonte ilgiornale.it

Quando si accorgerà che lo hanno utilizzato? Presto! Quando non gli risponderanno più al telefono. Quando non si faranno più trovare a casa. Quando lo abbandoneranno alle lungaggini processuali, stanco e demoralizzato…

E, allora, e solo allora, capirà che sono state tutte quelle pagine redatte dagli ispettori che gli ha mandato il Ministero retto, all’epoca, da Minniti, che lo hanno incastrato! La trappola è cosa antica: con  Salvini non ha niente a che fare… E chissà cosa penserà, Mimmo Lucano, in quelle ore… Che “viaggio” si farà…

Ecco: in quel momento, e solo in quello, vorrei essere a Riace…