Se anche nella musica “il buongiorno si vede dal mattino”, allora ci si aspetta tanto dai Fancies, band palermitana che ha esordito con il singolo Al di là dell’Africa. Un brano che loro definiscono «sincero, in cui tutti si possono immedesimare».
«Abbiamo voluto raccontare – dicono – la fine di un amore da un punto di vista insolito, focalizzandoci sulla rinascita e sulla voglia di trovare nuovi stimoli».
Il giovanissimo quintetto formato da Peppe Bisconti, Giorgio Scherma, Dario Bruno, Enrico Moncada e Nazario Di Liberto è riuscito a dipingere un immaginario sonoro colorato e onirico, portando una ventata di freschezza nel panorama pop nostrano.
Giusta anche la scelta di affidarsi per il loro primo videoclip a Giacomo Triglia (già autore dei video di Brunori Sas, Ligabue, Afterhours e altri): «Con spontaneità ha trovato le immagini adatte per trasmettere il nostro messaggio. Il capodoglio, ad esempio, è metafora delle esperienze e dei pensieri un po’ ingombranti che ognuno di noi porta sempre con sé, ma che da un giorno all’altro si può decidere di lanciare in aria per iniziare a ballare».
Nati musicalmente nel 2013, i Fancies fondono nel proprio sound leggerezza e semplicità, le melodie pop più raffinate con testi giocosi e surreali, così come suggerisce il loro nome: Fancies, che tradotto letteralmente significa “fantasie”, ma che è anche il tipico nome dei piccoli pasticcini colorati tanto diffusi nei paesi di lingua anglosassone. «Sono questi piccoli cubetti di pan di spagna ricoperti di glassa fondente dai colori pastello, molto in voga in Inghilterra, dove li considerano ‘the new cupcake’, irresistibili. Li vedi e ti innamori» puntualizza Nazario.
«Inoltre, il significato del nome riflette un po’ il valore che diamo alla musica, che per noi è libertà e ci permette di evadere dai momenti più “opachi” della nostra vita quotidiana».
I cantautori italiani degli anni ’70, il synth-pop e il french touch sono alla base della loro ispirazione. Ma ad influenzarli c’è anche la loro isola: «Abitiamo in Sicilia e ne siamo orgogliosi, da sempre è ambiente fertile per l’arte».
Il gruppo si è formato dal vivo, costruendo il loro feeling sul palco, e ama il contatto con il pubblico: «Per noi il momento più bello è stato quando abbiamo realizzato che ciò che stiamo facendo ci può permettere di comunicare con tanta gente, di qualsiasi estrazione sociale e di qualsiasi età. Aver capito di poter trasmettere loro, con una sola canzone, ciò che ognuno di noi non sarebbe stato capace di fare in altri modi».
I cinque esordienti di talento ammettono, infine, che dei giovani musicisti si prendono tante porte in faccia, con una dichiarazione che lascia trapelare tutta la loro umiltà e tenacia: «A volte è giusto prendersele! Sappiamo che bisogna accettarle, ma siamo anche sicuri che insisteremo finché non le avremo rotte tutte!»