Federica Brignone & adidas x Parley for the Oceans: in difesa degli oceani

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Dopo le tappe di Los Angeles, New York, Londra e Berlino arriva a Milano l’evento di adidas a sostegno di Parley for the Oceans. Questa sera all’interno di Parco Sempione sportivi, personaggi pubblici e persone comuni percorreranno (più volte) un circuito di 1.5 km per donare un dollaro ogni chilometro con l’obiettivo di raccogliere fondi per Parley Ocean Plastic Program, una campagna – sempre più necessaria – per la salvaguardia del mare. Lo sport con il suo inestinguibile fascino e potere può accendere i riflettori sui rischi provocati dall’inquinamento degli oceani. L’evento di Milano si inserisce all’interno del programma di eventi che dall’8 giugno all’8 luglio adidas e Parley stanno organizzando a livello globale per schierarsi dalla parte degli oceani, sempre più minacciati da problemi di origine umana come l’inquinamento e l’abbandono dei rifiuti. Lo sport deve insegnarci che è necessario cambiare il nostro stile di vita.

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Federica Brignone, Ph. Giuseppe La Spada

Tra gli ospiti la campionessa di sci Federica Brignone. Ventisette anni e un palmarès da supercampionessa: 8 vittorie della Coppa del Mondo e infinite altre vittorie e podi nelle più importanti competizioni del pianeta. Un orgoglio tutto tricolore che questa sera correrà lungo il tragitto allestito all’intero del Parco Sempione. «Ho sempre avuto una grande passione per la corsa. Mi piacerebbe prendere parte a una maratona. Nel frattempo, questa sera cercherò di fare il mio meglio», scherza Federica Brignone durante una delle rare pause dai suoi allenamenti al Passo dello Stelvio. «L’estate la passerò ad allenarmi sui ghiacciai delle più alte montagne d’Europa, e poi a ottobre riprenderò con le gare», continua la campionessa.

Una sciatrice a sostegno degli oceani. Domanda d’obbligo: mare o montagna?

Impossibile scegliere. Lo sci è la mia vita. Tuttavia, amo il mare fin da bambina. Non ci crederà nessuno ma ho passato quasi più tempo al mare che sugli sci. Io e mio fratello siamo amanti di molti sport acquatici tra cui il surf. Da piccola stavo sempre in acqua. E ora mi fa male assistere a quello che sta succedendo. Per questo ho deciso di impegnarmi in prima persona nella battaglia contro l’inquinamento della plastica negli oceani. Ricordo che, quando ero bambina, al mare giocavo con mia madre e mio fratello a tenere pulita la spiaggia. Un gioco che mi ha molto responsabilizzato verso il rispetto della natura e del mondo che ci circonda.

Quando hai deciso di mettere la tua immagine pubblica a sostegno di questa nobile causa?

Lo scorso anno ho incontrato l’artista Giuseppe La Spada e insieme abbiamo creato la compagnia informativa Traiettorie Liquide per cercare di sensibilizzare più persone possibili per la salvaguardia delle acque. Inoltre, da anni collaboro con Adidas come sponsor e così sono arrivata a questo importante evento. Sono onorata di parteciparvi. Questa sera, nonostante la stanchezza degli allenamenti, correrò con tutte le mie forze.

Tua madre è Maria Rosa Quario; come vive il tuo successo in questo sport di cui è stata una grande campionessa?

Mi ha lasciato fare la mia strada, mi ha sempre incitato a seguire le mie passioni ma non mi ha mai obbligato a sciare. «Se ti piace, fallo!», mi ha sempre ripetuto. Ora fa la giornalista sportiva. Viene a vedere le mie gare come una mamma qualunque, anzi rispetto alle altre le vive con più stress perché sa quello che si prova.

Quando hai deciso che avresti fatto dello sci la tua professione?

Non è stata una decisione presa consapevolmente. Scio da quando ero bambina. A 15 anni sono entrata nella squadra nazionale. Ho sempre cercato di dare il meglio di me ma non ho mai pensato di diventare una campionessa. Mi impegnavo senza sognare troppo in grande. Quando ho iniziato ad avere risultati importanti ho capito che potevo dedicarmi solo a questo.

Quali sono le qualità che ti hanno portata così in alto?

Tutti mi riconoscono una grande sensibilità sugli sci. Mi muovo naturalmente e istintivamente. E una grande energia, non sono mai stanca.

Cosa ti ha insegnato lo sport?

Tutto. Se oggi sono così lo devo allo sci. In particolare, questo sport mi ha insegnato a non accontentarmi mai e a essere indipendente. È da quando ho 15 anni che sono in giro con la squadra lontana dalla mia famiglia.

Tornando all’acqua, un mare in cui vorresti nuotare ora?

Vorrei essere al largo dell’isola di Tavolara, in Sardegna, e sentire mio fratello che mi chiama “foca monaca” come quando, da bambina, non volevo mai uscire dall’acqua.